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Attualità | 03 gennaio 2025, 10:49

L'influenza ha messo ko 20.000 Liguri, il picco atteso per la prossima settimana

Febbre, raffreddore, sintomi gastro-intestinali e mal di gola sono i sintomi più frequenti

L'influenza ha messo ko 20.000 Liguri, il picco atteso per la prossima settimana

Febbre, raffreddore, sintomi gastro-intestinali e mal di gola. L’influenza ha iniziato a colpire duramente. Sono 20 mila i liguri a letto. Ma il picco di contagio, secondo gli esperti, verrà raggiunto la prossima settimana. 

In base ai più recenti dati di RespiVirNet - Sorveglianza integrata dei virus respiratori (aggiornamento del 27 dicembre) la percentuale dei campioni risultati positivi all’influenza sul totale dei campioni analizzati risulta pari a 9,1%, in aumento rispetto alla settimana precedente (6,6%). Va comunque sottolineato che attualmente è in atto una co-circolazione di diversi virus respiratori – anche in Liguria–  che contribuisce a determinare il valore di incidenza delle sindromi simil-influenzali (ILI) registrato dell’ultima settimana (10,1 casi/1000 assistiti) tra cui in particolare Rhinovirus, virus influenzali e VRS.
 

 Una forma influenzale lunga che porta ad avere la febbre per 3-4 o anche 5 giorni e con temperatura a 39-40°. "È necessario far capire  che questa forma influenzale è lunga, con febbre tra 39 e 40 °C per 3-5 giorni: non serve andare in ospedale solo perché la febbre non si abbassa. È il normale decorso dell’influenza – spiega il virologo Matteo Bassetti –. È sufficiente prendere antipiretici e restare a casa, evitando antibiotici inutili e accessi ai pronto soccorso, altrimenti rischiamo di mandare il sistema in tilt".

Ad essere colpiti di più sono i bimbi sotto i cinque anni (per loro l’incidenza è pari a 28,3 casi ogni mille, in rialzo di settimana in settimana): la Liguria, insieme alla Lombardia,  Marche, Lazio, Abruzzo, Campania e Sardegna, è una delle regioni più colpita.   Gli ospedali stanno affrontando diverse difficoltà. Da una parte, infatti, il personale sanitario è ridotto durante le festività; dall’altra, la popolazione è molto anziana e necessita di cure continue, il che aumenta la pressione sulle strutture. 
 

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