Ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato il trentacinquenne imperiese finito a processo con l'accusa pesantissima di lesioni personali dolose ed in particolare di aver contagiato, con il virus dell'Hiv, l'ex fidanzata. La richiesta del rito alternativo è stata presentata stamani in udienza preliminare dal legale dell'imputato, un giovane residente nel comprensorio intemelio, dall'avvocato Sara Manuello al gup Paolo Luppi che ha accolto anche l'istanza anche di revoca della misura degli arresti domiciliari.
Il giovane quindi affronterà da libero il processo a suo carico fissato per il 7 aprile. Tra le parti civili siede la giovane donna che l'ha denunciato e da cui sono partite le indagini del pm Matteo Gobbi.
In particolare nell’ottobre del 2022, dopo aver cessato la relazione con il trentacinquenne, la donna riscontrò di essere stata infettata dal virus Hiv, nutrendo sospetti proprio nei confronti dell’ex fidanzato il quale però non le avrebbe mai detto di esserne affetto sin dalla nascita.
La Procura ha quindi disposto una serie di accertamenti dai quali in prima battuta l'imputato risultò non essersi mai curato. Una circostanza molto grave che ha portato gli inquirenti a chiedere e a ottenere dal gip la misura cautelare degli arresti domiciliari. Il quando indiziario a suo carico fu definito "grave e serio". Successivamente il trentacinquenne venne autorizzato dal giudice a recarsi a lavoro due mattine e quattro pomeriggi la settimana , essendo titolare di un'attività commerciale.
Nei mesi scorsi la Procura ha poi, disposto una consulenza tecnica in cui è emerso che non è stato possibile stabilire se il ceppo del virus di cui è affetta la donna sia lo stesso dell’imputato. Tale esito deriva dal fatto che appunto la documentazione medica acquisita non avrebbe permesso di accertarne la corrispondenza, ma saranno le risultanze processuali a determinare anche questo aspetto.