L’8 dicembre Imperia vivrà una giornata all’insegna del judo e della sua capacità di unire tecnica, cultura ed emozioni. Alice Bellandi, campionessa olimpica e orgoglio italiano, tornerà nella città che l’ha già accolta in passato, ma stavolta con l’oro mondiale al collo.
“Non è solo una campionessa,” spiega Franco Viani, presidente dell’OK Club Imperia. “Alice rappresenta un esempio di educazione, rispetto e determinazione. Valori che il nostro sport incarna. Per il seminario, attendiamo palestre da tutti i dintorni e anche dalla bassa Francia: è aperto a tutte le scuole che vogliono partecipare”. Ci sarà anche un momento speciale: le sarà consegnata una targa commemorativa della città di Imperia.
Daniele Berghi, tecnico titolare del club e delegato provinciale della federazione nazionale judo, riflette sull’importanza di giornate come questa: “I ragazzi devono capire che anche i campioni più grandi sono persone come loro. L’incontro con atleti di questo calibro ha un valore didattico che non può essere sottovalutato”.
Anche il sindaco Claudio Scajola ha voluto esprimere il suo entusiasmo per l’iniziativa: “Imperia è orgogliosa di accogliere un’atleta del calibro di Alice Bellandi. Eventi come questi non sono solo una celebrazione dello sport, ma un investimento nei valori che fanno crescere la nostra comunità, e sui quali è importante investire ed investiamo”.
L’evento non sarà solo un’occasione per incontrare Alice, ma anche un momento di confronto tecnico. Lo stage, diviso in sessioni per pre-agonisti e agonisti, vedrà la partecipazione di atleti da tutta la Liguria e anche dalle regioni vicine. La tradizione si intreccia con il futuro, e il tatami diventa il luogo in cui imparare, crescere e, perché no, sognare.
Non è la prima volta che l’OK Club porta a Imperia figure di spicco. Fabio Basile, oro olimpico, è già stato ospite in passato. Ma con Alice Bellandi il legame è particolare. “Faceva gare con i nostri ragazzi,” ricordano Viani e Berghi. “C’è una connessione speciale con il nostro vivaio, come Arianna Conti, che ha combattuto più volte contro di lei”.
Il judo ha un significato universale, ma ogni atleta scrive la propria storia con una calligrafia unica. “Non sono dei professori, gli atleti di questo calibro” dice Berghi, "ma poeti sul tatami”.