"L’immobile di cui si discute, edificato tra il 1699 e il 1713 ha una storia significativa e importante tanto che nel 2007, il Ministero per i Beni e le Attività culturali, lo ha dichiarato “bene di interesse storico – artistico”.
Il vecchio “collegio”, quando la scorsa amministrazione Scajola si insediò, era in stato di quasi abbandono perchè necessitava di importanti interventi di manutenzione straordinaria. Per onestà intellettuale va riconosciuto all’amministrazione la capacità di aver ottenuto quei finanziamenti che, grazie ai fondi PNRR, hanno consentito all’antica struttura di recuperare pienamente la sua valenza storica, architettonica e urbanistica. Va detto con chiarezza, senza questi interventi oggi la mozione che andiamo a discutere non avrebbe ragion d’essere.
Ciò riconosciuto, riteniamo altrettanto corretto e doveroso coinvolgere in qualche modo la città, e quindi questo consiglio, nelle scelte relative al miglior utilizzo di questa storica struttura. La prima ragione della mozione è data dall’annunciata riapertura dell’ex Liceo Classico, fatto questo appreso dagli organi di stampa. Chi vi parla ha conseguito la Maturità al Liceo Classico Edmondo De Amicis, felice di averlo frequentato.
Ricordo bene, di quei tempi, anche la competizione fra noi, studenti del classico con quelli dello scientifico. Ho ritrovato in “archivio” una maglietta, questa: la maglietta riprende le figure di Aristotele e Einstein da un lato e riporta, dall’altro, una frase scritta in greco con la “traduzione per il liceo scientifico”: (lettura in greco) “pessimo vizio l’invidia, ma include qualcosa di buono: agli invidiosi gli occhi ed il cuore strugge”. Questo dà la cifra di cosa accadeva all’epoca. Era l’anno scolastico ‘93/’94. Secolo vecchio. Altri tempi, altre generazioni.
Oggi, gli studenti del Liceo cittadino non la capirebbero perché i tempi sono drasticamente cambiati. La conferma la abbiamo avuta ancora nella giornata di ieri quando, con un video appassionato, gli studenti hanno rivendicato la loro volontà di avere un unico Liceo.
Perché sono esattamente trent’anni che, non la città nè la provincia di Imperia nè gli organismi scolastici, ma una legge dello stato italiano il DL 297 del 1994, ha unito i licei in tutta Italia, abolendo de facto l’indipendenza del vecchio “Liceo Classico”. Scelta forse discutibile ma ormai consolidata e oggi condivisa dagli attori principali: gli studenti e i loro professori. E sono proprio gli studenti a dire “perché spostare un intero indirizzo dalla sua totalità? La nostra scuola oggi è un corpo unico dove tutti gli indirizzi sono amalgamati fra di loro come un’orchestra”
Ma ritornando alla storia del nostro edificio, a Imperia, al di là dell’accorpamento formale, di fatto la fusione si completa nel 2015 quando la sezione classica viene spostata presso la sede di via Terre Bianche.
Oggi tutto ciò viene rimesso in discussione. Siamo consapevoli che la competenza non è la nostra, ma crediamo che questo consiglio, che rappresenta la città, non possa restare estraneo a una scelta formativa così importante per le giovani generazioni. Abbiamo in mozione evidenziato le criticità maggiori, le ribadisco brevemente:
- Aumento, probabile, delle spese dei compensi ai docenti per gli spostamenti da una sede all’altra
- Difficoltà sotto il profilo logistico e nell’organizzazione didattica degli studenti nella nuova sede.
- Difficoltà nell’organizzazione delle numerose offerte didattiche e delle attività formative trasversali di cui il liceo Vieusseux è impreziosito: Debate, teatro, progetto cinema, uscite per classi parallele, il corso biomedico, la patente informatica, gruppi sportivi e attività varie, tutte utili e necessarie per i crediti PCTO.
Infine, ma non in ultimo per importanza, l’azzeramento pressoché totale di relazione umana con gli allievi degli altri indirizzi, contatto questo fondamentale per arricchire e stimolare il confronto tra pari nel rispetto di una scuola inclusiva.
E’ su quest’ultimo aspetto che i comunicati dei docenti e le prese di posizione degli studenti dovrebbero quantomeno indurre ad una riflessione sull’opportunità di questa scelta.
Ma, al di là della questione “Liceo Classico” il recupero del “Collegio” costituisce indubbiamente una grande occasione per la città.
Gli spazi utilizzabili sono tanti, l’immobile è perfetto da un punto di vista logistico: in una piazza che è la porta a levante della città.
E allora, oltre, come ripeto, a riesumare il defunto (aimè) classico, ha senso ricollocare le scuole primarie al piano terra? Altri istituti superiori ai piani nobili? Questa impostazione più che, come abbiamo letto, rappresentare il tentativo del “ritorno al futuro” non rischia forse di diventare un improponibile salto in un passato che non torna?