Per una volta i cinghialisti hanno soddisfatto la loro passione senza troppi riguardi per la vicinanza alle abitazioni. Questa mattina, infatti, un numeroso gruppo di cacciatori ha potuto eliminare i cinghiali nell’area a monte dell’ex Barellai a Costarainera e di San Lorenzo al Mare.
E per una battuta di caccia in una zona normalmente vietata all’attività venatoria sono stati ritenuti sufficienti alcuni cartelli che, alle prime luci di questa mattina e con un ristretto intervallo di tempo dall’iniziativa, avvisavano della situazione obbiettivamente pericolosa per gli abitanti.
A quanto pare, sembra che neppure l’amministrazione comunale di Costarainera interessata alla battuta, sia stata avvertita almeno in tempi e modalità tali da assumere le dovute precauzione.
Insomma, un caso in cui la Regione Liguria ha assunto la parte di protagonista assoluta per un problema realisticamente rappresentato da branchi di ungulati in grado di provocare veri danni all’agricoltura e mettere in pericolo i contadini.
Ma se è vero che la presenza di questi animali selvatici risulta problematica è anche vero che, per iniziative del genere, esistono precise regole da rispettare dagli enti territoriali. “Esiste una normativa specifica per queste battute – spiega Pino Gandolfo, presidente provinciale dell’Associazione Kronos – In ambito nazionale è possibile attivare le carabine a 100 metri di distanza dalle case e a 50 dalle strade: questa mattina, invece, non è stata assolutamente rispettata anche perché la Regione Liguria ha assunto autonomamente regole in contrasto con quelle nazionali”.
Le tante carabine, così, hanno prodotto quella che si può definire una vera e propria mattanza al di là di sentimenti ambientalisti o meno: 12 cinghiali abbattuti oltre ad alcuni piccoli di cui si sono interessati i cani.