Si ricorda quest'anno in tutto il mondo la figura e l'opera di Marc Bloch, lo storico degli Annales che ha rivoluzionato gli studi della Storia. Imperia con i suoi grandi eventi e la sue genti e le storie particolari di questo angolo di mondo, che ne hanno segnato il passaggio, è speciale argomento di studio secondo le intuizioni di Bloch.
Una vicenda storica, quella imperiese, infatti, ancor prima della sua fondazione, che non va giustificata, né condannata e né esaltata, ma compresa, analizzata per il suo diverso e complicato e spesso ambivalente lascito umano.
Come l'orco, secondo Bloch, cerca la carne umana, così lo storico che approfondisce il percorso secolare di questa parte di umanità non può che rilevarne il contributo dato persino dalle storie singole e dimenticate, anche le più insignificanti, alla comunità di esseri umani che oggi si chiama Imperia.
Una città, che al contrario di altre, si qualifica nel tempo per le rinnovate e continue stratificazioni di civiltà e di potentati, del susseguirsi di diari quotidiani di opere e di giorni, secondo una narrazione non di rado contraddittoria e misteriosa.
Ed è proprio questo inseguirsi di piccole e grandi storie umane e del loro intrecciarsi tra di esse che sta tutta la lezione di Bloch applicata ad Imperia.
Questa città è come un testo di critica storica comparata che celebra se stessa e contemporaneamente si piange addosso, un difetto che accomuna i due e più tronconi che nel passato hanno appartenuto a sovranità separate e non di rado opposte.
Una cattiva coscienza? Non si sa, si cerca di saperlo, indagando sulla pelle umana che ricopre strade, piazze, palazzi e ambienti.
Alla storia la risposta. Conoscere meglio l'oggi di Imperia per risalire al suo passato e immaginare il suo futuro.