Politica - 19 novembre 2024, 12:21

Una volta c'era 'Genova matrigna' e Imperia 'Cenerentola: oggi la nostra provincia ha il suo peso in Regione. L'editoriale

L'analisi sulle decisioni del neo Presidente della Regione Marco Bucci che conferma i tre assessorati all'imperiese e, di fatto i sette esponenti tra esecutivo e consiglio

C'era una volta Genova matrigna, che considerava Imperia un po' come la sua Cenerentola. C'era, appunto, perché oggi non è più così. La provincia più piccola e più distante dal capoluogo ha piazzato la sua targa su quasi metà della nuova giunta regionale: tre assessorati su sette. E non è una novità: era già accaduto nel 2015 e nel 2020, con Giovanni Toti eletto governatore. Ma questa volta il peso è maggiore: se il centrodestra ha mantenuto la guida della Liguria lo deve soprattutto al Ponente, capace di aprire una forbice determinante nel duello con Andrea Orlando e il suo campo non troppo largo (senza Italia Viva).

Tuttavia, paradossalmente, l'Imperiese ha rischiato di ottenere meno visibilità (leggasi riconoscenza) del passato, perché nell'estenuante partita a scacchi delle trattative lo spostamento delle pedine a seconda di logiche territoriali, strategie politiche e inevitabili "mal di pancia" sembrava che gli assessorati dovessero ridursi a due, in attesa di aggiungere altrettante poltrone all'esecutivo per soddisfare meglio gli appetiti dei partiti (non si può fare senza il via libera da Roma). E' successo che FdI ha tenuto la barra dritta pretendendo (oltre al resto) un posto per il sanremese Luca Lombardi, delfino del senatore ed ex assessore Gianni Berrino (ne eredita, di fatto, le deleghe prima dell'approdo a Palazzo Madama), facendo valere il contributo elettorale garantito, e che la Lega ha risolto i suoi travagli interni, intrecciati con la rappresentanza del savonese, confermando il Piana imperiese, Alessandro, che da vicepresidente ha traghettato la Regione fino alle elezioni dopo l'arresto di Toti, a scapito di quello genovese, Alessio, risarcito in parte con una delega da consigliere e la promessa di tornare in giunta quando (e se) Bucci otterrà l'ampliamento. Peraltro, Alessandro Piana ha avuto pieno riconoscimento conservando la vicepresidenza, che in molti avevano accostato a Marco Scajola, fresco di ritorno in Forza Italia (con la regia dello zio Claudio, sindaco di Imperia ed ex ministro) dopo l'esperienza totiana, campione di preferenze e veterano di presenze in Regione (quarta legislatura). Potrebbe comunque acquisirla in un secondo tempo, se dovesse avvenire l'auspicato allargamento.

Ma c'è di più: Imperia porta ben cinque consiglieri a Genova, tra eletti e ripescati per il "gioco" delle dimissioni richieste ai neo assessori. Otto rappresentanti nell'ex palazzo della Navigazione in piazza De Ferrari la provincia di confine non li aveva mai avuti. Al posto già conquistato da Walter Sorriento, sbucato a sorpresa dalla lista Orgoglio Liguria (grazie al meccanismo dei "resti") sull'onda dell'esperienza da assessore a Bordighera, e dal dem Enrico Ioculano, ex sindaco di Ventimiglia e unico esponente dell'opposizione (come nella precedente legislatura), si aggiungono la taggese Chiara Cerri in luogo di Scajola (che ha seguito nel rientro in Fi), la vallecrosina Veronica Russo (FdI) al posto di Lombardi, entrambe consigliere uscenti, e Armando Biasi (Lega) in sostituzione di Piana. Ma quest'ultimo, sindaco di Vallecrosia, si è riservato di decidere se accettare l'opportunità oppure rimanere alla guida della sua città, dato che le due cariche non sono compatibili. Dovrebbe dimettersi pure da vicepresidente della Provincia. In caso di rinuncia, si riaprirebbero le porte del Consiglio regionale per la ventimigliese Sonia Viale, terza nella lista del Carroccio, ex parlamentare ed ex assessore alla Sanità.

Gianni Micaletto