Attualità - 18 novembre 2024, 12:31

Imperia, aumenta del 1,2 per cento la spesa sostenuta da ciascuna famiglia per la tariffa dei rifiuti

I dati del Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva

Aumenta del 1,2% rispetto al 2023 la spesa sostenuta da una famiglia imperiese per la tariffa dei rifiuti: ammonta a 309 euro la Tari nel Comune di Imperia, sotto la media nazionale di 329 euro. In Liguria la spesa è aumentata dell'1%, la media è di 353 euro (349 euro nel 2023), spiccano le differenze tra i singoli capoluoghi: 501 euro a Genova, 363 euro a Savona, 309 euro a Imperia e 239 euro a La Spezia.

Rispetto alla raccolta differenziata, nel 2022, seppur con dieci anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea, si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale. La Liguria rimane ferma al 57,5%, con notevoli disparità fra i singoli capoluoghi: 79,2% a La Spezia, 66,9% a Imperia, 42,8% a Genova e 41 a Savona.

Il quadro emerge dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, disponibile sul sito web www.cittadinanzattiva.it. L'indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024, e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da tre persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva (ove applicata) e di addizionali provinciali. 

Regione

Comune

Tari 2024

Tari 2023

Variazione

Liguria

Genova

501 €

492 €

+1,9%

Imperia

309 €

305 €

+1,2%

La Spezia

239 €

240 €

-0,3%

Savona

363 €

361 €

+0,5%

Media

353 €

349 €

+1,0%

Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2024

Regione

Comune

Produzione pro-capite RU

RD 2022

Liguria

Genova

503,2

42,8%

Imperia

464,2

66,9%

La Spezia

517,1

79,2%

Savona

536,3

41,0%

Media

541,6 ↓

57,5% ↑

Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2024

Il quadro nazionale su tariffe e raccolta differenziata

Nel 2024 la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è di 329 euro con un aumento del 2,6% circa rispetto all'anno precedente. Il Trentino Alto Adige è la regione più economica (203 euro), mentre la Puglia è la più costosa (426,50 euro con un aumento di oltre il 4% rispetto all'anno precedente)

Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594 euro annui, senza variazioni sul 2023; Trento invece è quello in cui si paga meno: 183 euro, di poco inferiore rispetto al 2023. Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno; entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Tra i capoluoghi meno cari, esce Bolzano che lascia il posto a Siena.

Sono state riscontrate variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati, variazioni in diminuzione in 20 capoluoghi e situazioni sostanzialmente invariate nei casi restanti.

Regione

Tari 2024

Tari 2023

Variazione %

Raccolta differenziata 2022

Abruzzo

352 €

334 €

5,5%

64,5% =

Basilicata

318 €

299 €

6,3%

63,7%

Calabria

348 €

360 €

-3,1%

54,6%

Campania

407 €

416 €

-2,1%

55,6%

Emilia Romagna

273 €

268 €

2,0%

74,0%

Friuli Venezia Giulia

269 €

259 €

3,8%

67,5%

Lazio

376 €

360 €

4,3%

54,5%

Liguria

353 €

349 €

1,0%

57,5%

Lombardia

254 €

249 €

2,0%

73,2%

Marche

265 €

250 €

5,7%

72,0%

Molise

254 €

252 €

0,9%

58,4%

Piemonte

308 €

297 €

3,6%

67,0%

Puglia

427 €

410 €

4,1%

58,6%

Sardegna

363 €

347 €

4,6%

75,9%

Sicilia

390 €

396 €

-1,4%

51,5%

Toscana

373 €

360 €

3,8%

65,6%

Trentino Alto Adige

203 €

196 €

3,6%

74,7%

Umbria

371 €

352 €

5,5%

67,9%

Valle d'Aosta

365 €

303 €

20,3%

66,1%

Veneto

275 €

262 €

5,2%

76,2% =

Italia

329 €

321 €

2,6%

65,2% ↑

Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2024

Raccolta differenziata. Secondo i dati raccolti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in Italia nel 2022 sono state prodotte circa 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-1,8% rispetto al 2021). La produzione pro capite è di circa 494 chilogrammi per abitante (-1,6% rispetto al 2021), con valori più elevati al Centro (532 Kg/ab.) seguito dal Nord (506 kg/ab.) e dal Sud (454 Kg/ab.).

La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+ 1,2% rispetto al 2021) mentre il 18% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. A livello di aree geografiche il Nord si posiziona al primo posto (71,8%) seguito da Centro (61,5%) e Sud (57,5%). A livello di capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (57%).  In 20 capoluoghi di provincia siamo ancora al di sotto dell'obiettivo del 50%, il cui raggiungimento era previsto nel 2009. Tra questi spiccano Palermo, con percentuale di raccolta differenziata al 15,6%, Crotone al 21,4%, Catania al 22% e Foggia al 26%.

Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati nel 2022 la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (38,3%), seguita da carta (19,3%) e vetro (12,3%) e plastica (9%). Le percentuali più basse riguardano i RAEE (1,4%) e i rifiuti tessili (0,8%).

Opinioni e comportamenti delle famiglie italiane in tema di corretto conferimento dei rifiuti 

I dati provengono dalla ricerca "Economia circolare e consumi sostenibili. Comportamenti delle famiglie, criticità ed efficacia della risposta pubblica", realizzata e presentata da EURES Ricerche Economiche e Sociali nel mese di aprile 2024 per conto di Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, U.Di.Con e Unione Nazionale Consumatori (UNC), nell’ambito dei progetti finanziati dal MIMIT. D.M. 6/5/2022, art.5.

Impegno dichiarato vs. pratica effettiva: L'85% delle famiglie si dichiara sensibile al ciclo dei rifiuti e l'89,5% afferma di impegnarsi nel differenziare i rifiuti. La discrepanza tra l’impegno dichiarato e la pratica effettiva (solo il 61% dei rifiuti viene differenziato correttamente) può essere attribuita a una serie di ostacoli pratici. Le difficoltà principali sembrano derivare dalla scarsa chiarezza sulla composizione dei materiali di imballaggio (55,7%), un problema che rende complicata la corretta separazione dei rifiuti. La gestione inadeguata del servizio (52,4%) è un altro fattore che frena l’adozione di pratiche più sostenibili, così come l'assenza di incentivi (47,2%) e la difficoltà nel reperire informazioni o nel gestire il tempo necessario per la differenziazione (42,1%), nonché la mancanza di spazi adeguati nelle abitazioni (35,4%) per gestire correttamente i vari tipi di rifiuti.

Comportamenti di consumo e rifiuti: Solo il 51,4% delle famiglie è orientato ad acquistare prodotti sfusi per ridurre gli imballaggi, mentre circa il 36% trova difficoltà nel recupero e nel riutilizzo dei prodotti, e il 30% ha problemi nel ridurre la quantità di rifiuti prodotti. 

Misure di incentivazione: Le soluzioni proposte dalle famiglie per migliorare la situazione sono interessanti. Un’incentivazione economica tramite vantaggi in bolletta (62,4%) sembra essere la misura più apprezzata, seguita da campagne di sensibilizzazione (40%). 

Conoscenza del servizio: Il dato relativo alla scarsa lettura e conoscenza della carta della qualità del servizio da parte dei cittadini è indicativo di una carenza di trasparenza nella gestione del servizio e di una possibile disconnessione tra i cittadini e le politiche locali sui rifiuti. Migliorare la comunicazione e rendere più accessibili le informazioni potrebbero aumentare la partecipazione attiva e l'efficacia del sistema di raccolta differenziata.