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Attualità | 07 novembre 2024, 13:03

Concessioni demaniali marittime, gli imprenditori balneari sulle barricate: “Manifesteremo contro il governo”

Associazioni di categoria deluse dalla piega che sta prendendo la questione, tavoli e riunioni di confronto per decidere le azioni sindacali da intraprendere

Concessioni demaniali marittime, gli imprenditori balneari sulle barricate: “Manifesteremo contro il governo”

Concessioni demaniali marittime, gli imprenditori balneari sulle barricate: “Manifesteremo contro il governo”. Le associazioni di categoria, profondamente deluse dalla piega che sta prendendo la questione, hanno annunciato che già a partire da oggi si terrà un Consiglio direttivo nazionale per esaminare il provvedimento e decidere le azioni sindacali da intraprendere. Non si escludono manifestazioni o altre forme di protesta per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di tutelare gli operatori balneari e preservare il modello di balneazione attrezzata che ha reso l'Italia un punto di riferimento nel turismo balneare.

Nel mirino il nuovo provvedimento legislativo sulle concessioni demaniali marittime, approvato dal Parlamento italiano. Una situazione che sta suscitando forti reazioni da parte degli operatori del settore balneare. In particolare, le principali associazioni di categoria hanno espresso una netta contrarietà al testo, accusandolo di non risolvere i nodi cruciali legati alla gestione delle risorse demaniali e alla tutela degli interessi degli imprenditori balneari.  In una nota congiunta, Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari (SIB) aderente a FIPE/Confcommercio, e Maurizio Rustignoli, presidente della FIBA/Confesercenti, hanno sottolineato le principali problematiche riscontrate nel provvedimento: “Uno degli aspetti più critici riguarda la questione della scarsità delle risorse demaniali, un tema che viene considerato fondamentale per l'applicazione corretta della Direttiva Bolkestein, la normativa europea che disciplina la concorrenza nell'accesso a mercati specifici". 

Secondo Capacchione e Rustignoli, il provvedimento legislativo non affronta adeguatamente questa problematica, nonostante il parere della Corte Costituzionale, che ha ribadito l'importanza di considerare la scarsità delle risorse con l'ordinanza 161 del 7 ottobre scorso. Gli imprenditori balneari sollevano anche forti dubbi sull'indennizzo previsto per i concessionari, ritenuto "irrisorio". Il calcolo dell'indennizzo, infatti, è stato fissato sulla base degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni, un periodo caratterizzato dalla crisi dovuta alla pandemia di COVID-19. 

L'incertezza riguardo alla durata delle concessioni, inoltre, amplifica il senso di instabilità che gli operatori del settore percepiscono, rendendo difficile pianificare investimenti a lungo termine. Un'altra critica significativa riguarda l'assenza di un coinvolgimento attivo nella discussione del provvedimento non solo da parte degli operatori del settore balneare, ma anche degli Enti concedenti, come le Regioni e i Comuni. Secondo i rappresentanti degli imprenditori balneari, questi Enti locali, che esercitano funzioni amministrative cruciali in materia di concessioni, avrebbero dovuto essere consultati più approfonditamente. In un contesto così critico, Capacchione e Rustignoli sottolineano la necessità di una riforma organica e condivisa della materia, che non solo rispetti gli interessi degli imprenditori balneari, ma salvaguardi anche l’efficienza e il successo del modello di balneazione attrezzata italiano, che da anni rappresenta una parte importante del settore turistico e della sua economia. La proposta degli operatori del settore è quella di aprire un dibattito pubblico serio e non strumentalizzato politicamente, per trovare una soluzione che possa tutelare tutti gli attori coinvolti.

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