"Il Forum è intenzionato a rivolgersi direttamente alla Corte Europea dei Diritti Umani, poiché il 'piano degli investimenti nazionali' sull’acqua e la struttura delle bollette pagate dai cittadini, evidenziano copiosi addebiti a carico della collettività ed enormi margini di guadagno a beneficio dei gestori". Ad annunciarlo è portavoce de CimAp Mauro Giampaoli, dopo la decisione del commissario dell'Ato idrico Claudio Scajola di aumentare le bollette e l'annuncio della scelta ricaduta su Acea Molise come socio privato di Rivieracqua.
Tra l'altro il sito specializzato truspilot riporta il 93 per cento di recensioni negative sull'azienda scelta che non sono certo un bel biglietto da visita.
"Mentre la questione dei ricorsi è ancora tutt’altro che definita scopriamo, nel generale disinteresse, un nuovo provvedimento penalizzante della gestione commissariale dell’ATO idrico imperiese, per rispondere alla situazione debitoria di Rivieracqua spa, si legge ancora una volta la sfrontatezza del commissario Scajola, in virtù di poteri straordinari che sottraggono trasparenza e democrazia. Si continua a non tenere conto delle conseguenze che ricadranno sugli utenti, incolpevoli dei disservizi e dell’inefficienza della gestione e sui lavoratori che vedono mortificate le proprie condizioni, laddove si prevede il taglio di 55 unità e si spendono milioni in consulenze esterne", sottolinea Giampaoli.
"Intanto si accumulano gravi ritardi sul fronte delle perdite di rete, che nel sistema Roia ammontano al 70%, come un direttore tecnico di Rivieracqua spa si è lasciato scappare pubblicamente durante un convegno organizzato dall’associazione dei costruttori e dalla provincia di Imperia. Mentre si pianificano interventi sugli alvei ed opere di sbarramento, si compie sotto i nostri occhi un crimine ambientale inaccettabile.
"A questo proposito, in attesa di sapere se l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) approverà la delibera, qualche considerazione si può già fare. Per esempio le cittadine e i cittadini vorrebbero conoscere quali costi di gestione vengano coperti dal nuovo piano tariffario; quali interventi siano stati fatti o si intendano fare per far fronte alla drammatica condizione in cui versano le reti e per attenuare l’impatto ambientale o quali criteri di equità siano stati adottati, rilevando nel nuovo piano tariffario un disallineamento tra gli indici di inflazione, costi della vita e la sostenibilità tariffaria prospettata".
"Dopo 13 anni, nonostante la vittoria schiacciante del ‘sì’ (95% anche nella nostra provincia), quello che si profila è un quadro fatto di ricorsi, decreti e aumenti tariffari", conclude Mauro Giampaoli.