Lo aveva detto in tempi non sospetti "il centrodestra ligure ha una classe politica inadeguata" e così ci ha messo mano lui, Claudio Scajola, e la partita l'ha portata a casa.
Non da solo, per carità, perché gli avversari, nonostante il grande impegno di un candidato che, dopo anni, ha riscoperto, con passione che è parsa sincera, la sua terra d'origine, ci hanno messo del loro, tra finte e controfinte paitiane, evaporazioni pentastellate e le autoreti di un novello Niccolai della politica che oggi annuncia di appendere le scarpe al chiodo.
Resta però la capacità di Claudio Scajola di leggere e giocare la partita a tuttocampo, non solo in quel Ponente, comodamente giudicato decisivo da chi ha perso per crearsi un alibi peraltro non necessario, ma su tutto l'arco ligure e forse anche sui più quotati campi romani.
Nel frattempo, nel più modesto terreno imperiese, che da anni a sinistra non esprime talenti, fa molto parlare la netta affermazione di un giovane figlio-nipote d'arte: l'enfant prodige Edoardo Verda che nel capoluogo, non solo a sinistra, accende la luce verde della speranza per quando, tra cent'anni, l'attuale sindaco lascerà il campo.
Ritorna in mente un coro, quello che in un momento di crisi della squadra del cuore del nostro, la Roma, i tifosi giallorossi dedicarono al teutonico vicecampione del mondo Rudi Völler, un talento capace, in solitaria, di tenere in piedi la "Maggica": "sta' a giocà da solo, sta' a giocà da solo, er tedesco sta' a giocà da solo".
Come Claudio Scajola, appunto.