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Politica | 24 ottobre 2024, 10:34

Elezioni, Marcella Rognoni (AVS Imperia): "ccementificazione in Liguria: nove anni di politiche di destra hanno peggiorato la crisi ambientale"

"La Liguria è una delle regioni italiane più vulnerabili d’Italia per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, e la provincia di Imperia ne è uno degli esempi più critici"

Elezioni, Marcella Rognoni (AVS Imperia): "ccementificazione in Liguria: nove anni di politiche di destra hanno peggiorato la crisi ambientale"

La candidata al consiglio regionale, Marcella Rognoni di Alleanza Verdi Sinistra Imperia, pone una riflessione sul tema edilizia e lo fa attraverso una nota dal titolo "Cementificazione in Liguria: Nove Anni di Politiche di Destra Hanno Peggiorato la Crisi Ambientale".

La Liguria è una delle regioni italiane più vulnerabili d’Italia per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, e la provincia di Imperia ne è uno degli esempi più critici. Negli ultimi nove anni, le politiche portate avanti dai governi di destra hanno incrementato il consumo di suolo e accelerato la cementificazione, aggravando una situazione già estremamente delicata. Invece di prendere provvedimenti per arginare il degrado ambientale e ridurre il rischio di alluvioni e frane, i governi locali hanno favorito progetti urbanistici spesso improntati a logiche speculative e non sostenibili.

Il Consumo di Suolo in Liguria: Una Crescita Inarrestabile

Il consumo di suolo rappresenta uno dei principali fattori di degrado ambientale in Liguria. Questo fenomeno si riferisce alla trasformazione irreversibile di terreni agricoli, boschivi o naturali in aree urbanizzate, impermeabili e artificiali. La cementificazione limita la capacità del suolo di assorbire l’acqua piovana, aumentando notevolmente il rischio di alluvioni e dissesti. Un suolo urbanizzato riesce ad assorbire solo tra il 5% e il 15% dell’acqua di una pioggia normale, contro il 50% di un suolo naturale. L’acqua non assorbita si trasforma in deflusso superficiale, che, nelle aree urbanizzate, può raggiungere il 75% rispetto al 10% delle zone non cementificate.

Il Rapporto ISPRA 2022 ha evidenziato che tra il 2020 e il 2021, la Liguria ha perso ulteriori 39,2 ettari di terreno naturale. Questo dato si inserisce in un trend preoccupante che ha visto province come Genova e La Spezia perdere quasi l’8% del loro territorio. Anche nella provincia di Imperia la situazione è grave, con un consumo di suolo che ha raggiunto il 6,35%, mentre nel comune di Imperia si è perso 0,93 ettari tra il 2020 e il 2021.

I Comuni più Cementificati dell'Imperiese

Alcuni comuni della provincia di Imperia sono tra i più colpiti da questo fenomeno a livello regionale. San Lorenzo al Mare ha consumato il 37,22% del proprio territorio, una delle percentuali più alte in Liguria. Anche Diano Marina (33,24%) e Vallecrosia (32,84%) hanno superato il 30% di consumo di suolo, cifre allarmanti che mettono in luce l’elevata pressione urbanistica che sta trasformando il territorio. La cementificazione in questi comuni non solo danneggia l’ambiente, ma aumenta significativamente il rischio di alluvioni e frane. L'espansione urbanistica ha ridotto lo spazio per i corsi d'acqua e aumentato la pressione sulle infrastrutture.

Le Cause della Cementificazione: Politiche Speculative e Mancanza di Visione

Le cause del consumo di suolo e della cementificazione in Liguria sono strettamente legate alle politiche urbanistiche portate avanti negli ultimi nove anni. La giunta di destra ha favorito l’espansione urbanistica, rispondendo alla pressione del turismo e della domanda di seconde case piuttosto che investire su modelli sostenibili di sviluppo. Questo ha comportato:

  1. Pressione del mercato immobiliare e turistico: La Liguria è da sempre meta di turismo e richieste di seconde case. La risposta della politica è stata quella di approvare progetti edilizi e infrastrutturali lungo la costa, sacrificando terreni naturali e agricoli.
  2. Abbandono delle aree interne: La politica degli ultimi anni ha mostrato un disinteresse per l’entroterra ligure, che è stato progressivamente abbandonato, con la conseguente perdita di terreni agricoli e il deterioramento dei muretti a secco, un baluardo contro frane ed erosioni. Questo abbandono ha creato ulteriore pressione sulle aree costiere e pianeggianti, aumentando il consumo di suolo.
  3. Infrastrutture insostenibili: Il continuo sviluppo di strade, autostrade e altre infrastrutture ha consumato vaste aree di territorio senza considerare adeguatamente i rischi ambientali. Le scelte urbanistiche non hanno mai posto al centro la questione della sostenibilità.
  4. Cambiamenti climatici ignorati: Gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti in Liguria. Tuttavia, la destra ha continuato a sottovalutare il loro impatto, promuovendo politiche urbanistiche che ignorano l’esigenza di un territorio più resiliente ai cambiamenti climatici.

Il Regolamento Controverso e i Rischi di Politiche Miopi

Uno degli episodi più controversi della recente politica ligure è il tentativo della giunta di destra di introdurre un regolamento che avrebbe consentito nuove costruzioni in fascia di inondabilità A (P3, zone rosse), basandosi su dati pluviometrici limitati al 1994. Questo regolamento, al momento sospeso, avrebbe permesso costruzioni nelle aree più pericolose purché fossero rispettati limiti minimi sull'altezza dell'acqua e sulla velocità della corrente. Una scelta tanto sconsiderata quanto pericolosa, che dimostra come la destra abbia optato per una politica del rischio anziché della prevenzione.

L’aumento dei fenomeni meteorologici estremi e l’intensificazione delle alluvioni negli ultimi anni dimostrano che queste politiche basate su dati obsoleti sono non solo inefficaci, ma potenzialmente disastrose. È fondamentale invertire questa tendenza e adottare misure che riducano il rischio idraulico e favoriscano la rinaturalizzazione delle aree a rischio.

Soluzioni e Proposte per Invertire la Rotta

Il disastro ambientale che incombe sulla Liguria non è inevitabile. È possibile prendere decisioni che possano frenare la cementificazione e invertire il processo di degrado del territorio. Le proposte includono:

  1. Blocco immediato del consumo di suolo: Serve una legge regionale che imponga un blocco totale del consumo di suolo vergine, con l’obiettivo di incentivare la riqualificazione di aree dismesse e abbandonate, senza nuove costruzioni su suolo agricolo o naturale.
  2. Rinaturalizzazione dei corsi d’acqua: Invece di costruire argini alti e canali artificiali, bisogna restituire spazio ai fiumi e ai torrenti, favorendo l’allargamento delle sezioni fluviali. Questo ridurrà la velocità e la violenza delle piene, prevenendo alluvioni devastanti.
  3. Demolizione senza ricostruzione nelle aree esondabili: È necessario ritirare il regolamento sulle costruzioni in fascia di inondabilità e prevedere la demolizione degli edifici nelle zone a rischio, con un indennizzo equo per i proprietari, senza possibilità di ricostruzione in quelle aree.
  4. Pianificazione urbanistica sostenibile: I comuni devono aggiornare i loro piani urbanistici, limitando rigorosamente l’espansione delle aree urbane e proteggendo le poche aree naturali rimaste.
  5. Incentivi per l’agricoltura e la forestazione: Offrire incentivi fiscali a chi mantiene terreni agricoli o promuove la riforestazione, perché un territorio coltivato o forestato è più resistente alle alluvioni e meno soggetto a dissesto.
  6. Educazione e sensibilizzazione: Campagne di sensibilizzazione sono fondamentali per educare i cittadini sull’importanza di proteggere il territorio e su come una cementificazione sregolata stia mettendo in pericolo la sicurezza di tutti.

Conclusione: Nove Anni di Occasione Persa

La Liguria ha bisogno di una svolta radicale. Gli ultimi nove anni di governo della destra hanno lasciato un’eredità di degrado, rischi per la sicurezza e scelte urbanistiche miopi che hanno sacrificato il territorio a favore di interessi immobiliari. I dati mostrano chiaramente che i comuni dell’Imperiese, come San Lorenzo al Mare, Diano Marina e Vallecrosia, hanno visto oltre il 30% del loro territorio sacrificato al cemento, con il rischio idrogeologico e le alluvioni che incombono costantemente.

Andrea Orlando, candidato Presidente per il centrosinistra, ha annunciato che nei primi cento giorni della sua presidenza verrà emanata una legge sul consumo di suolo.

La sfida ora è invertire la rotta, adottando politiche che guardino alla sostenibilità e alla protezione del suolo. La cementificazione non è una necessità: è una scelta, e ora più che mai è il momento di scegliere un futuro diverso per la Liguria. Votare AVS significa sostenere la candidatura di Andrea Orlando a presidente della regione, ma soprattutto dare priorità all’ambiente come motore del benessere socio economico della nostra regione e della nostra provincia.

 
 


 

I.P.E.

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