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Economia | 15 ottobre 2024, 08:57

Condivisione di grandi competenze ed esperienze alla 6ª Edizione degli Stati Generali dell’Export

Si è chiusa lo scorso 12 ottobre, nella prestigiosa cornice della Sala delle Otto Colonne di Palazzo Reale, a Milano, la sesta edizione degli Stati Generali dell’Export.

Condivisione di grandi competenze ed esperienze alla 6ª Edizione degli Stati Generali dell’Export

Si è chiusa lo scorso 12 ottobre, nella prestigiosa cornice della Sala delle Otto Colonne di Palazzo Reale, a Milano, la sesta edizione degli Stati Generali dell’Export.

L’evento ideato e promosso da Lorenzo Zurino, fondatore e presidente dell’Italian Export Forum (IEF). Lanciato nel 2018, il Forum è rapidamente diventato un punto di riferimento nazionale per il commercio estero, guadagnandosi il titolo di “Cernobbio dell’Export” grazie anche al sostegno delle istituzioni.

Quest’anno, l’evento meneghino ha visto l’alternarsi di autorevoli panel, che hanno affrontato temi chiave per l’economia italiana, toccando, fra gli altri, i settori del lusso, della meccanica, dell’agroalimentare e della logistica. Tra i partecipanti, figure di rilievo dell’industria e delle istituzioni italiane, tra cui Giuseppe Caprotti, Mario Gasbarrino, Stefano Pontecorvo, Alessandro Decio e Oscar Farinetti. Diversi i nomi della diplomazia italiana, come Terracciano, Trombetta, De Luca, Monti, ed ancora le professioni con Grande Stevens, Gubitosi, Fondi di Investimento AZIMUT, Venture Capital, TNT Project, Banche come DESIO, BAPR, ExtraBanca, Corpi Intermedi come Coldiretti, Confagricoltura e Top Manager come Quadrino e Marini.

Si è distinto anche un panel – “Women Doing Business”, moderato dall’avvocato Stefania Radoccia -, che ha visto protagoniste imprenditrici di successo come Giovanna Dossena. Particolare l’attenzione è stata riservata a Mediafriends, scelta come charity partner dell’edizione milanese, per il progetto che mira a coinvolgere i giovani alla scoperta della musica in modo libero e accessibile a tutti, “l’Orchestra Giovanile Quattro Ottavi”. 

Il lato filantropico è culminato sabato 12 ottobre con l’intervento di Enzo Manes, presidente della Fondazione Italia Sociale, che ha affrontato il tema della responsabilità sociale delle imprese.
 

«Sono molto emozionato di aver portato il Forum dell’Export nella splendida cornice di Palazzo Reale», ha dichiarato Lorenzo Zurino. «Dal 2018 siamo cresciuti ogni anno, ampliando la nostra rete e la nostra missione. Ringrazio la città di Milano e gli assessori che hanno sostenuto l’iniziativa, così come tutti i relatori, oltre 50, che hanno condiviso competenze ed esperienze con i partecipanti».

“Parlare di export italiano significa raccontare una storia di innovazione, di manifattura pregiata, di qualità dei prodotti, di resilienza e tenacia nello stare al passo con il mondo che cambia, sempre più difficile e compresso dalle crisi internazionali.” ha affermato Emmanuel Conte, Assessore a Risorse Finanziarie, Economiche e Patrimoniali del Comune di Milano “Servono riforme di sistema per consentire a chi si affaccia sui mercati di continuare a brillare, di farlo nelle migliori condizioni. Servono le grandi aree metropolitane, come Milano, sempre più attrattive e protagoniste dello sviluppo, pronte a supportare il lavoro delle imprese attraverso piani infrastrutturali, culturali e digitali sotto il segno della sostenibilità. E serve operare nell’ambito di un’Unione Europea coesa e forte: l’eccellenza italiana senza l’Europa non riuscirà ad esprimere tutte le sue potenzialità sui mercati”.

“Gli Stati Generali dell’Export rappresentano un'importante opportunità per riflettere sulle sfide e le potenzialità del nostro commercio internazionale.” ha affermato Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro di Milano. “Milano, cuore economico e finanziario dell'Italia, gioca un ruolo cruciale nell'export grazie alla sua rete di imprese, innovazione e creatività. In particolare, la città è un polo di riferimento per la moda e il design, settori che contribuiscono in modo significativo all'immagine e alla competitività del Made in Italy nel mondo. Inoltre, la posizione strategica della città e le infrastrutture logistiche all'avanguardia fanno di Milano un hub fondamentale per la distribuzione e il trasporto delle merci. In un momento di grandi sfide economiche e geopolitiche, è essenziale unire le forze per affrontare le difficoltà e individuare nuove opportunità di crescita. Collaborando tra istituzioni, aziende e operatori del settore, possiamo sviluppare strategie efficaci per sostenere le nostre imprese e promuovere la loro competitività sui mercati globali, garantendo così un avvenire ricco di opportunità per l'export italiano."

“Dobbiamo lavorare su quello che ci è arrivato“ ha affermato nell’intervista sul palco di apertura delle due giornate, al microfono di Andrea Bignami di SkyTg 24, l’imprenditore Oscar Farinetti “Cominciamo a far studiare i ragazzi sulle nostre vocazioni, siamo ereditando bellezza e siamo i più invidiati del mondo. La storia della difesa del Made in Italy contro qualcuno è solo alla ricerca di consenso. La politica deve promuovere. I francesi ci invidiano perché gli altri ci imitano più che a loro. Basta uscire e lavorare.

Noi abbiamo i più bravi tra la distribuzione al mondo. Ed è arrivato il momento di investire in Cina, con l’India non bisogna perdere tempo quindi ci concentriamo sui cinesi. Sono affini a noi, ci adorano, sembrano napoletani. Quindi adesso siamo noi a doverli copiare sull’auto elettrica per esempio, e non pensare ai dazi. Sono personalmente per il libero scambio.”

“Accompagnare le nostre aziende verso un mercato sempre più competitivo a livello globale, è stata la sfida che abbiamo affrontato negli ultimi anni.” ha affermato Massimiliano Giansanti, Presidente di Confragricoltura “In Europa dobbiamo cambiare la politica agricola. Dobbiamo auspicare ad un nuovo modello di sostenibilità tutto italiano. È un settore performante e va sostenuto”.

Particolarmente interessanti alcuni spunti emersi dal panel focalizzato sulla Geopolitica.

“La domanda incontra sempre l’offerta, anche in caso di guerra.” ha affermato Riccardo Maria Monti, Vice Presidente esecutivo Fondazione Italia Cina “L’export va in una dimensione crescente e il Mediterraneo sta trovando di nuovo una grande centralità. L’Italia deve dunque saper valorizzare questo patrimonio e di conseguenza, la geopolitica diventa sempre più centrale.” “Ringrazio dell’invito a questo prestigioso Forum, dimostrazione del fatto che il “Genio” italiano continua ad essere competitivo. “ha aggiunto Massimo D’Alema, Presidente Associazione Italiani Europei “Stiamo vivendo una trasformazione “epocale”: l’equilibrio mondiale che ha retto il mondo per 500 anni sta cambiando. Quando nacque nel 1975, il G7 rappresentava circa il 60 per cento dell’economia mondiale. Oggi il dato si attesta solo al 29 per cento. Dunque la legittimazione che derivava dall’essere la grande potenza del mondo è dimezzata. La Cina è in crisi? Relativamente. Non cresce più del 10 per cento, ma il dato del 5.5 per cento non è male. La seconda economia del mondo sarà l’India, seguita poi da Stati Uniti, Indocina, Pakistan…questo è il trend irrevocabile di oggi, ed è una scienza esatta che lo dice: la demografia. Noi siamo una porzione sempre più piccola. Non solo diventiamo sempre di meno ma siamo sempre più vecchi con un’età media di 47 anni. Questo cambiamento, peraltro, si accompagna alle guerre. Dunque a cosa dobbiamo avere interesse? La risposta è chiara: alla pace. Nessuno la nomina più. Si parla solo di vittoria. Non siamo pronti alla guerra nucleare. È guerra che nessuno può vincere. Bisogna pertanto trovare una soluzione politica, che significhi avere il coraggio di prendere decisioni e sapere dove andare. Noi abbiamo interesse alla pace nel Mediterraneo. Ad est e a sud. Ma abbiamo anche interesse affinché il mondo rimanga un mondo aperto e che di conseguenza, crescano il commercio mondiale, le interazioni, etc. L’Occidente deve cioè integrarsi con la crescita mondiale. E ci sono due modi di invecchiare: uno sereno e uno rancoroso. Noi dobbiamo scegliere il primo. In un mondo aperto abbiamo bisogno di civiltà.” 

“Per costruire noi, che siamo una potenza esportatrice, non possiamo accontentarci.” ha sottolineato l’Ambasciatore Vincenzo De Luca, già Direttore Generale Sistema Paese “C’è l’Asia, un insieme di 700 milioni di abitanti. Il Mediterraneo è fondamentale ma dobbiamo guardarci fuori anche dai nostri confini con molto realismo. Le sfide tecnologiche e della sostenibilità si sposteranno sempre di più in Asia.” 

Michele Briamonte, Ceo Grande Stevens, nel suo intervento ha esordito con un aneddoto di buon auspicio nei confronti di questo evento, dicendo: “Qua, a Palazzo Reale è stata fondata la società delle Nazioni e dunque è una sede ideale per il nascere di propositi costruttivi. “L’interesse alla pace non lo considero ontologico o assolutistico. Ci sarà un salto “quantico” dell’umanità. I prossimi 100 anni non saranno gli anni in cui si parlerà in cinese ma quelli in cui una grande fetta di popolazione cinese imparerà gli ideogrammi. L’interesse italiano è dunque quello di un Europa federale. E il nostro interesse occidentale è la capacità di non essere “Caini” nei confronti di chi si avvicina.” 

“Non credo che nel lungo periodo la Russia possa continuare a sostenere questa linea politica.” ha affermato l’Ambasciatore, Pasquale Terraciano “È preferibile tracciare una linea e accettare l’idea che abbiamo una seconda guerra fredda, ma potremmo arrivare a quella che era la prima guerra fredda, ossia una guerra non combattuta, io credo con l’ingresso dell’Ucraina nella NATO.”

Spunti interessanti, anche quelli divulgati dal confronto tra diverse realtà imprenditoriali nel campo della meccanica, dove si sono messe a confronto una multinazionale come Brembo (4+ mlrd fatturato) con altre realtà di piccole medie imprese, con le difficoltà di quest’ultime nell’export.

Enfasi è stata data sulla grande opportunità rappresentata da forme commerciali, sociali e cooperative per le piccole medie imprese. 

Altro momento topico è stato, senza ombra di dubbio, quello focalizzato sul tema sicurezza e difesa, con l’intervista del presidente Zurino a Stefano Pontecorvo presidente di Leonardo spa. 

“La spesa della difesa si attesta al 2 per cento” ha affermato Pontecorvo “ed è un dato anacronistico perché l’attenzione alla difesa sta salendo ovunque. Nel piano strategico di Leonardo parliamo di sicurezza piuttosto che di difesa globale. Saltano le linee telefoniche, le linee elettriche. Ci stanno mettendo in uno stato di insicurezza globale. La sicurezza va assicurata. Leonardo lo fa.” 

Il panel “Export e il sistema fiera”, cui hanno partecipato Gaetano Frulli, presidente Fiera del Levante, Antonio Bruzzone, direttore generale Bologna Fiere e Antonio Cellie, amministratore delegato Fiere di Parma, ha suggerito idee per essere sempre più competitivi a livello internazionale e ipotizzato

l’intervento statale sul piano del capitale per svincolare il piano strutturale da quello organizzativo delle singole aziende. 

Infine, l’intervista a Vincenzo Manes, imprenditore e filantropo, sugli imprevedibili e stravolgenti eventi apparentemente più, o meno rilevanti, che stravolgono il futuro di un individuo, con un focus sulle aziende attente e che operano in comunità. È stata evidenziata la forza che questa comunità rappresenta per l’azienda, trasformando l’ambiente esterno all’azienda in un vantaggio competitivo mentre, dal punto di vista interno è stato sottolineato l’importante progresso del welfare aziendale, facendo anche una conclusione personale sull’ipocrisia della società odierna, che solleva polemiche ma non è disposta a fare “piccoli sacrifici” per contrastare determinati andamenti.

L’imprenditore ha suggerito quindi l’idea di un aumento della tassa di successione oltre il terzo grado di parentela per finanziare problematiche sociali.

“Su un libro che ho scritto “NESSUNO BASTA A SE STESSO” in uscita il 28 ottobre, “ ha concluso Manes “dico che è necessaria la PARTECIPAZIONE. Donare l’1 per mille della propria ricchezza. Ma il cambiamento di cultura lo si può fare solo con delle leggi. E farlo con i patrimoni superiori ai 500.000 euro sarebbe una grande risorsa. 

Noi soffriamo di quello che chiamo “percorso con i paraocchi”. Quella parte di bene comune che è anche parte di bene individuale è il nostro punto di debolezza.”

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