Attualità - 15 ottobre 2024, 19:11

“Rendere il porto di Imperia uno scalo regionale”, un'assemblea per discutere i progetti della Compagnia Lodovico Maresca (video)

La compagnia, con soli quattro dipendenti, è la più piccola d’Italia, ma con una storia centenaria è un simbolo della città

Rendere il porto di Imperia uno scalo regionale. Un punto di partenza per salvare il porto, abbandonato se non ostacolato dall'Amministrazione comunale",  è questo l’auspicio della Compagnia Lodovico Maresca, esposto nell’assemblea pubblica convocata nella biblioteca civica Lagorio.

Le interviste

Ora la concessione è in mano al Comune, ma il progetto dei lavoratori è quello di riportare il porto a un interesse regionale sotto l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, che comprende gli scali di Genova, Savona, Prà e Vado Ligure: “Una proposta legittima ed efficace, la guida del porto sarebbe così nelle mani di chi per mestiere fa questa attività -spiega Riccardo Degli Innocenti, esperto del lavoro portuale - Il porto esiste e funziona, ha bisogno di investimenti e di essere sostenuto”.

La compagnia, con soli quattro dipendenti, è la più piccola d’Italia, ma con una storia centenaria è un simbolo della città. In passato arrivava ogni tipo di merce, soprattutto olio e grano, ora cemento, fino a 40 mila tonnellate l’anno. La necessità è quella di far ripartire le attività, che esistono, ma vanno potenziate, acquisendo nuovi traffici marittimi: "Di fatto è un porto internazionale -sottolinea Giovanni Zecchini, console della Compagnia - con navi che arrivano dalla Francia. Il porto può tornare a essere un punto di riferimento per la regione, insieme a Savona, Genova e La Spezia".

L'anima produttiva, però,  poco si addice alla vocazione turistica che l'Amministrazione vorrebbe conferire alla città. Negli anni gli spazi destinati al porto commerciale sono stati drasticamente ridotti e destinati ad altro uso, da ultimo a manifestazioni ed eventi. Poi la diatriba per il rinnovo della concessione demaniale, ora conferita per un solo anno, con possibilità di rinnovo di altri tre, nonostante più volte il primo cittadino abbia sottolineato come "i silos del cemento debbano essere allontanati". 

Per non cancellare la storia di una città, ben rappresentata da quelle gru che svettano in calata Cuneo, è necessario far convivere le due vocazioni, quella turistica, con quella produttiva: "Questa città è sempre stata all’avanguardia con industrie legate all’olio e alla pasta. Ora, invece, si trova in una situazione di estrema marginalità, il commercio si è indebolito e il porto  è stato abbandonato dall’amministrazione comunale a favore di uno sviluppo esclusivamente turistico”, conclude Bruno Rossi, ex dirigente Cgil-Culmv portuali di Genova.