Infuocata assemblea ieri sera nella sala Tagliaferri ad Andora e in streaming con gli utenti di Rivieracqua. Nei giorni scorsi molti utenti serviti da Rivieracqua Spa si sono visti recapitare missive con le quali la società sollecita il pagamento di bollette che contengono consumi per il servizio di depurazione non a norma di legge e per la somministrazione di acqua non potabile (per la presenza di cloruri oltre la soglia di legge) preannunciando, in caso di mancato pagamento, la formale costituzione in mora e la sospensione o riduzione del servizio. Richieste che arrivano dal gestore e che ha deciso di congelare accogliendo la proposta avanzata da Assoutenti e Onda Ligure Consumo e Ambiente di avviare una trattativa per definire le regole del protocollo risarcitorio e in attesa delle decisioni dell'ATO per quanto riguarda il canone di depurazione e gli errati conteggi per alcune centinaia di conguagli degli arretrati.
"L'estate scorsa con lettera a Rivieracqua Spa era stato chiesto alla società di manifestare la volontà di intraprendere una via conciliativa per mezzo della predisposizione di un tavolo concertato – spiegano le due associazioni. - Al contempo, si era concordato con il gestore di non porre in atto alcun provvedimento di sospensione o di riduzione del servizio per gli utenti associati, ricordando che la pretesa legittima di non corrispondere i corrispettivi per la somministrazione di acqua salata e per la mancanza del servizio di depurazione, oltre alla richiesta di risarcimento dei danni, è già stata accolta in sede giudiziale e, in caso di mancata fattiva collaborazione, gli utenti non esiteranno a depositare i relativi ricorsi.
Avevamo chiesto con forza di non includere nelle bollette la quota di depurazione vista la conclamata inadeguatezza dell'impianto; tuttavia nel Piano D'Ambito si legge testualmente ‘Rilevante l’aspetto della depurazione con riferimento all’Agglomerato di Andora sul quale grava la procedura d’infrazione del 2014 (PI 2014/2059), evoluta poi in procedura di causa nel 2019 (Causa C_668/19), non ancora giunta a sentenza di condanna oltre che alla necessità di adeguamento sia delle reti (in buona percentuale ancora miste) sia degli impianti di depurazione’".
“Una affermazione non corrispondente alla realtà poiché la causa 668/2019 è giunta a sua conclusione con la sentenza della Corte di Giustizia UE del 6 ottobre 2021 che accerta l'inadempimento dello Stato Italiano alla direttiva n. 91/271 in riferimento al Comune di Andora per violazione degli art.. 4 e 10 della medesima direttiva”, dichiara l'avvocato Giulio Muzio legale di Onda ligure consumo e ambiente.
"Per quel che concerne l’applicazione del metodo 'pro die' sui ricalcoli eseguiti per effetto della tariffa unica, ancora da approvare da parte di Arera, chiederemo un parere alla medesima Autorità Garante circa la correttezza di calcolo seguito dal gestore, in modo tale da dissipare ogni dubbio", aggiungono le due associazioni.
“Il commissario Scajola deve tempestivamente intervenire sulla vicenda che coinvolge i cittadini di Andora e Rivieracqua – ha dichiarato ieri sera Furio Truzzi presidente regionale di Assoutenti, non sappiamo più a che santo votarci né vogliamo drammatizzare la situazione in piena campagna elettorale, ma il commissario Scajola deve darci quell’appuntamento che abbiamo richiesto fin da luglio per illustrare le anomalie della situazione compreso quanto gli stiamo notificando via PEC riguardo al piano d’ambito. Tutto questo anche per evitare una valanga di ricorsi che abbiamo pronti e che metterebbe ulteriormente in difficoltà Rivieracqua perché, oltre al dovuto da restituire agli utenti, dovrà pagare anche le spese giudiziarie” – conclude Truzzi.