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Attualità | 13 ottobre 2024, 07:32

Appunti di storia. Ancora sulle presenze ebraiche nel Ponente ligure tra il XIV e il XVI secolo

Casi risalenti persino ad epoca antecedente la stessa  conquista romana

Appunti di storia. Ancora sulle presenze ebraiche nel Ponente ligure tra il XIV e il XVI secolo

Abbiamo ricordato in precedenti occasioni la storia della presenza delle comunità ebraiche nel Ponente ligure: una storia risalente, in alcuni casi, persino ad epoca antecedente la stessa  conquista romana. Un momento particolarmente interessante e al tempo stesso  drammatico di tali vicende si ebbe dopo l' espulsione degli ebrei della Spagna nel 1492 che vide il riversarsi anche da queste parti di gruppi di marrani (così erano chiamati gli ebrei sefarditi) che andarono a congiungersi con le famiglie di ebrei che erano, già stabilite dalla Provenza a Livorno. 

In quel periodo Oneglia e dintorni erano ancora una  Consignoria genovese della famiglia Doria e le famiglie ebraiche in zona (compresa Porto Maurizio) non erano molte, mentre più diffuse erano tra Ventimiglia e Sanremo e da Albenga a Savona.

Nel 1447 risultava vivere a Savona tale Giacobbe, che era indebitato con un figlio di Manasse, ebreo di Novi: in una lettera indirizzata a Giacobbe gli veniva ingiunto di recarsi a Genova entro otto giorni per saldare il suo debito e così fece.Due anni dopo, un salvacondotto fu concesso a Giacobbe, indicato come ebreo di Savona e al genero Abramo (famiglie e servi compresi) per  abitare e commerciare a Genova e nel territorio della Repubblica a ponente della città, sino ad Albenga, non senza spingersi ad Oneglia e Porto Maurizio, dove il Giacobbe fu segnalato per la mediazione creditizia nell'acquisto di merci da destinare al Ducato di Milano. 

In seguito alla posizione politica generale incerta, essendo Savona  oscillante fra i domini di Milano e di Genova, anche il rapporto degli ebrei di Savona (e Noli) con gli organismi comunali fu ambiguo. Nel 1476 il Comune protestò in una lettera diretta al segretario del ducato di Milano per la tassazione di un ebreo di Savona da parte della Comunità del ducato,  ma, nello stesso anno, il Consiglio Generale risolse di espellere gli ebrei della città. 

Il podestà informò il duca di Milano della decisone, alla quale si accompagnarono tumulti contro la popolazione ebraica. Il duca ordinò al podestà di impedire tali eccessi e di punire i capibanda: nonostante ciò i disordini sortirono il risultato desiderato, ovvero l'espulsione dei banchieri ebrei. 

Circostanza che non avvenne nei territori del Genovesato nell' estremo Ponente ligure  Un ebreo che non era banchiere, un certo Mercafante, però, ottenne il permesso di rimanere in città e sappiamo che svolse la propria attività anche ad Albenga, a Oneglia, Porto Maurizio, Sanremo e Mentone.

Nel 1479 S. ebbe licenza da Sisto IV di erigere un Monte di Pieta'. Un accenno indiretto ad una presenza ebraica in loco risale al 1592, quando l’editto di espulsione degli ebrei venne inviato in una serie di centri della  Riviera di Ponente, tra cui ancora, Savona, ma non Oneglia e comuni limitrofi ormai da più di un decennio sotto il dominio sabaudo: infatti nell' area sabauda venne concessa l'apertura di banche anche in val Impero e nel Maro e persino a Perinaldo. 

"In provincia di Savona e in provincia di Imperia noi ebrei siamo così pochi da non essere per ora un bersaglio” mi confessava un ebreo inglese che ogni tanto viene ad Alassio, a Sanremo e Porto Maurizio in occasione della sosta di yacht nei porti locali e che si ferma qualche settimana ad Oneglia. 

A Savona, dai medici Amnon Cohen, Natahn e Alberto Artom, all’avvocato Cristina Franco, esistono le testimonianze di una piccola comunità ebraica perfettamente integrata che da decenni non subisce discriminazioni. Qualcosa di simile si registra ad Alassio (dove esiste una sinagoga privata), Sanremo, Ventimiglia e Mentone

Ad Imperia ci sono presenze più saltuarie di ebrei olandesi e belgi  Per le comunità ebraiche locali, già falcidiate dal nazismo a suo tempo, viene spontaneo domandarsi se questi gesti violenti che accadono oggi, possano rappresentare un pericolo: in Liguria non si registrano casi di antisemitismo aggressivo, ma i social sono egualmente veicolo del peggiore antisemitismo. Ci auguriamo che nulla accada di simile soprattutto in considerazione della vicinanza con la Francia e alle attuali turbolenze

La Regione Liguria è stata la prima istituzione ad adottare la definizione di antisemitismo Internazionale per la Memoria dell'Olocausto e il Comune di Finale è stato il primo ad avere modificato lo statuto inserendo l'impegno a contrastare l’antisemitismo e ogni forma di discriminazione. Nel Savonese non esiste un luogo di culto ebraico, salvo  quello privata di Alassio, che fa riferimento a Genova. Nel savonese a testimoniare un’antica presenza ebraica sono il pulpito marmoreo di metà XV secolo con la rappresentazione della visione di Ezechiele e le pagine della legge in ebraico nella Collegiata di San Biagio di Finalborgo, ma nell'imperiese esistono tracce ebraiche a Pigna e San Biagio della Cima. 

Di Oneglia e Porto Maurizio di tracce ebraiche si è avuto già modo di parlare. A Savona esisteva Vico dei Giudei (oggi via Crema), a Savona e a Noli vi sono ricordi di un processo contro ebrei per "omicidio rituale". 

Una comunità ebraica è presente a Savona e Noli dal tardo Medioevo. Se ne hanno memorie in epoca rinascimentale, quando famiglie ebraiche, per lo più di sefardite, furono chiamate a contribuire allo sviluppo mercantile a Savona e Finale. 

Circostanza che si verificò pure ad Oneglia, Porto Maurizio, Sanremo e Nizza dal XV secolo in poi. In seguito, gli ebrei furono colpiti variamente da provvedimenti di espulsione, che almeno nei domini sabaudi, non furono mai così duri. L'attività prevalente era il prestito e ciò  consentiva di conservare  considerazione.

Pierluigi Casalino

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