Due focolai di “Blue tongue” o febbre catarrale degli ovini, sono stati segnalati in provincia di Imperia: ad essere colpiti un allevamento nell’Imperiese e uno nel Ventimigliese.
Si tratta di una malattia infettiva dei ruminanti domestici o selvatici, ad essere contagiati sono ovini, bovini, caprini e camelidi: “È una malattia virale, trasmetta da un vettore, un insetto ematofago, in particolare i moscerini appartenenti al genere Culicoides”, spiega la dottoressa Cristiana Tittarelli, direttrice del dipartimento di Sanità animale dell’Asl1. “Sono stati confermati due focolai, uno in un allevamento di pecore nel distretto di Imperia e uno in un allevamento bovino nel Ventimigliese”.
Mentre negli ovini si registra un’elevata mortalità, caprini e bovini sembrano più resistenti al virus. Tra i sintomi più classici ulcere nella bocca, febbre molto alta, aumento del volume della testa, scolo sieroso o mucoso dal naso e dalla bocca, zoppie, arrossamenti cutanei e difficoltà respiratorie.
“La terapia è principalmente di tipo sintomatico -prosegue Tittarelli- quindi non elimina il virus, ma attenua i sintomi, si tratta di una copertura antibiotica e antinfiammatoria”. Diventa indispensabile la prevenzione: “Esiste un vaccino, che può essere effettuato su base volontaria, in grado di proteggere gli animali dall’infezione. Altre misure da adottare sono trattamenti insettorepellenti e insetticidi ambientali, la riduzione di accumuli d’acqua ed è importante ricoverare gli animali di notte in luoghi chiusi dotati di zanzariere a maglia fine che impediscono l’ingresso del vettore”.
La Blue tongue non costituisce un rischio per l’uomo: “La malattia non è trasmissibile all’uomo né tramite il contatto con animali infetti né tramite il consumo di alimenti di origine animale come latte o carni”, rassicura Tittarelli.