Politica - 02 ottobre 2024, 07:21

Elezioni regionali: chi sono i candidati dell'imperiese a caccia di uno dei quattro scranni in Consiglio? Il punto della situazione

Sono i 'colori' che s'intrecciano nel quadro dei candidati al Consiglio regionale, denso di contrasti cromatici e non privo di effetti, per alcune scelte

Ci sono gli uscenti (non tutti, però), attivissimi in campagna elettorale ancora prima che si arrivasse alla chiusura ufficiale delle liste, forti del credito politico acquisito; un paio di sindaci, diversi assessori e consiglieri comunali in carica che hanno deciso di metterci la faccia; quelli che amministratori pubblici non lo sono più, a vario livello, ma per i quali vale la regola non scritta dell''usato sicuro', nel senso di esperienza e capacità acquisite nella ricerca del consenso; gli immancabili innesti dalla cosiddetta società civile, tra ambizione e opportunità per testarsi fuori dalla propria comfort zone; figli, nipoti, cugini e amici di...; quelli che ci credono davvero malgrado l'impietoso sbarramento dei numeri e quelli animati da uno spirito di rivincita su qualcuno o qualcosa.

Sono i 'colori' che s'intrecciano nel quadro dei candidati al Consiglio regionale, denso di contrasti cromatici e non privo di effetti, per alcune scelte. Niente a che vedere con un Mondrian o un Picasso, ci mancherebbe (l'accostamento sarebbe sacrilego per qualsiasi critico d'arte...), ma una tavolozza con il profilo della Liguria che esprime la condizione attuale della politica, tra frammentazione, civismo, spinte per emergere dal basso e navigazione a vista, tra slogan e promesse, da una chiamata alle urne all'altra. Nel collegio imperiese sono scesi in campo in 72, equamente divisi tra uomini e donne, a sostegno dei candidati alla presidenza della Regione. Che sono nove, in tutto, ma due dei sette outsider che corrono da soli non hanno presentato una lista nella nostra provincia. Ci sono avvocati, imprenditori, tecnici di vari ordini professionali, medici e paramedici, insegnanti, mediatori culturali, ambientalisti, esercenti ecc. Insomma, un ampio spaccato di società contemporanea. Sette liste per Marco Bucci, il sindaco decisionista di Genova a cui si aggrappa il centrodestra per il dopo-Toti; sei per il rivale del centrosinistra Andrea Orlando, ex ministro e attuale parlamentare Pd, il cui campo largo si è ristretto dopo il dietrofront in extremis di Italia Viva (con +Europa e Socialisti) per i contrasti con i 5 Stelle diventati insanabili.

Gli spazi sono ridotti: non più di quattro seggi per l'Imperiese, sui trenta complessivi (più quello riservato al presidente). Nelle precedenti elezioni regionali tre sono andati al centrodestra, che aveva vinto agevolmente con alla testa Giovanni Toti, ora finito in disgrazia per i noti guai giudiziari (da qui il ricorso anticipato alle urne), e uno al Pd. Poi, con il gioco delle dimissioni per gli ingressi in giunta, si sono aperte le porte del Consiglio regionale per tre dei primi non eletti.  E' una campagna elettorale compressa, brevissima (si vota il 27 e 28 ottobre), nella quale spicca l'attivismo dei candidati più quotati, specie nel centrodestra, alcuni dei quali sembrano dotati del dono dell'ubiquità, tali e tante sono le presenze che riescono ad accumulare (soprattutto nei week end) ad eventi e appuntamenti di varia espressione, dai borghi dell'entroterra alle località della costa. E' una caccia al consenso concentrata in poche settimane e tanti chilometri da percorrere, su e giù lungo le strade della provincia.
 

Gianni Micaletto