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Cronaca | 25 settembre 2024, 08:08

Sovraffollamento e violenze, il Sappe in visita al carcere di Imperia

Vincenzo Tristaino: “Un segnale di solidarietà e di vicinanza alle poliziotte ed ai colleghi che operano con umanità e grande professionalità”

Sovraffollamento e violenze, il Sappe in visita al carcere di Imperia

Un tour nelle carceri di Imperia, Sanremo, ma anche di Marassi, Pontedecimo e Chiavari per verificare lo “stato di salute” dei penitenziari. Lo ha organizzato il Sappe per oggi mercoledì 25 settembre e domani  con la partecipazione del segretario regionale ligure del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Vincenzo Tristaino. "Una delegazione del Sappe della quale faranno parte tra gli altri i dirigenti sindacali Pannese Ciriaco, Mazza Angelo e Pruto Gennaro andrà a visitare gli istituti di Sanremo e Imperia – spiega TristainoUn’occasione per verificare le condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria e comprendere meglio quali sono state le cause degli eventi critici occorsi negli ultimi mesi, cresciuti in maniera esponenziale nell'istituto matuziano, anche a causa del sovraffollamento e della carenza organica"

Giovedì i rappresentanti del Sappe visiteranno gli istituti di Marassi, Pontedecimo e Chiavari per verificare le condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria e le condizioni delle strutture e dei posti di servizio, il sovraffollamento e gli eventi critici causati in gran parte da detenuti provenienti dal Piemonte. 

"La nostra presenza nelle carceri della regione – spiega Tristaino - vuole essere soprattutto una testimonianza e un segnale di solidarietà e di vicinanza alle poliziotte ed ai colleghi che operano con umanità e grande professionalità. Altro obiettivo è rilanciare la denuncia per i problemi legati al sovraffollamento (oltre 1.360 le persone detenute in tutta la Regione a fronte dei circa mille posti regolamentari) e alla mancanza di risorse per far funzionare meglio gli istituti penitenziari della Liguria». Per Tristaino, «sarebbe fondamentale, per dare dignità alla detenzione, che i detenuti lavorassero, tutti, così da non stare tutto il giorno nell’apatia e senza fare nulla. Il dato oggettivo è che il budget largamente insufficiente assegnato per la remunerazione dei detenuti lavoranti ha condizionato e condiziona in modo particolare le attività lavorative necessarie per la gestione quotidiana di ogni istituto penitenziario (servizi di pulizia, cucina, manutenzione ordinaria del fabbricato) incidendo negativamente sulla qualità della vita all'interno dei penitenziari. Mi sembra evidente che se i detenuti fossero impegnati nel lavoro, nello studio ed in altre attività difficilmente ci sarebbero così tanti eventi critici in carcere".

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