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Eventi | 14 settembre 2024, 17:13

Vele Imperia, "Il Nuovo aiuto di Dio": il leudo dalla storia con radici lontanissime

Il nome evoca il precedente “Aiuto di Dio” naufragato sulle secche toscane. Il “Nuovo” è stato realizzato nel 1925 a Sestri Levante

Vele Imperia, "Il Nuovo aiuto di Dio": il leudo dalla storia con radici lontanissime

Una storia con lontanissime radici si presenta sulla banchina del Raduno 2024. Si tratta del “Nuovo Aiuto di Dio”, un leudo di Sestri levante, antica patria e gelosa custode di quel tipo di imbarcazione tipica del Tigullio che pare aver avuto origini nell’alto Medio Evo. 

Il nome piuttosto singolare evoca il precedente “Aiuto di Dio” naufragato sulle secche toscane per colpa di un equipaggio poco accorto. Il “Nuovo” è stato realizzato nel 1925 a Sestri Levante dal maestro d’ascia Antonio Muzio detto “Tunin Capetta” davanti alla casa del Parroco sulla spiaggia che allora giungeva a fianco della Basilica di Santa Maria di Nazareth per conto dell’armatore Marco Zolezzi della famiglia dei “Marchinetti”, titolare del trasporto del vino. 

Quella della costruzione sulla spiaggia e, comunque, in aree improvvisate e vicino al mare era una caratteristica peculiare dei leudi. Anche la forma della carena era condizionata da un limite “logistico”: nei secoli scorsi la mancanza di porti e la politica della Repubblica di Genova di non consentire altri porti in concorrenza con il suo aveva condizionato i concetti del leudo in grado di poter essere varato e alato sulle spiagge. 

E i notevoli costi di realizzazione di approdi portuali non erano sostenibili dagli armatori di quelle barche utilizzate per il piccolo cabotaggio nel trasporto di vino,  formaggi, sabbia e materiali vari tra l’Isola d’Elba, la Corsica, la Sardegna e le località liguri. Nell’ultimo periodo della sua diffusione, ovvero fino agli anni ’50, trasportavano vino dall’Isola d’Elba. Il “Nuovo aiuto di Dio” è rimasto in attività fino allo scoppio del Secondo conflitto mondiale quando è stato affondato nell’Arno per evitare possibili perquisizioni ed essere poi recuperato rimettendolo in attività. 

Nel ’72 è stato acquistato da Moisè Bordero che lo ha affidato ai Cantieri Navali Liguri di Riva Trigoso. Poi, per un lungo periodo di inattività, il “Nuovo Aiuto di Dio” rimane in secco sulla spiaggia fino a quando viene acquistato da Renzo Traversaro  e, il 26 giugno 2011, viene nuovamente varato dalla spiaggia del Balin dai volontari dell’Associazione “Amici del Leudo”, nata per la salvaguardia del leudo e della cultura marinara ligure. 

La vita della barca continua a fasi alterne fino a pochi mesi fa quando lo scorso 25 maggio viene varato e, in questi giorni, è all’ormeggio sulla banchina di Calata Anselmi. Un legno di origini secolari che incuriosisce per la sua originale attrezzatura, la vela latina non viene più usata, e per il suo albero inclinato verso prua che risponde alla possibilità di usarlo come palo da gru per spostare pesi anche importanti. 

Il “Nuovo Aiuto di Dio” è lungo poco più di 15 metri che, con il bompresso, supera i 19 mentre viene spinto da 150 metri quadrati di vela. L’Associazione “Amici del Leudo” ne ha chiesto all’Unesco l’inserimento nel Patrimonio dell’Umanità con una pratica in coro. L’anno prossimo sarà ancora al Raduno di Vele d’Epoca dopo un secolo di vita avventurosa.

Ino Gazo

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