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Meteo | 06 settembre 2024, 08:01

Passata la tempesta ecco l'analisi dell'esperto: "Dovremo abituarci a convivere con lo stress meteoropatico"

Una analisi tecnica soprattutto su una certa terminologia meteorologica che, nella nuova normalità, appare superata

Passata la tempesta ecco l'analisi dell'esperto: "Dovremo abituarci a convivere con lo stress meteoropatico"

All'indomani di quello che è stato il primo serio affondo perturbato, dopo 55 giorni di stra dominio anticiclonico, cerchiamo di effettuare un'analisi tecnica su un paio di aspetti. I tormentoni di queste ore sono due: "crollo termico" e "burrasca di fine estate".

Ora nessuno ha la sfera di cristallo, tuttavia, possiamo valutare dati oggettivi. Punto primo: le temperature. I valori sono ovviamente scesi alla luce delle forti precipitazioni si tratta pertanto di un calo fisiologico. In ogni caso a ridosso della costa e nel primissimo entroterra le minime notturne, anche nella fase più cruenta del passaggio temporalesco sono andate di poco al di sotto della famosa isoterma dei 20°.

Questo  aspetto si va ad agganciare direttamente al punto 2: la rottura estiva. Il termine è sostanzialmente chiaro. Quando ciò si verifica significa il definitivo tramonto della stagione calda con il costante mantenimento di temperature decisamente tipiche del periodo autunnale che, non dimentichiamolo, meteorologicamente è già cominciato il primo settembre. Quindi non ci dovrebbe essere spazio per "ritorni di fiamma".

Già domani, invece, particolarmente al Meridione e sulle due Isole maggiori irromperà una velocissima nuova ondata di caldo con temperature over 30° (la nostra provincia dovrebbe registrare massime intorno ai 28°, valori che un tempo erano persino superiori a quelli di luglio del caro vecchio clima mediterraneo).

È vero che si tratterà di un momento effimero, alla luce del secondo tempo sotto l'aspetto perturbato che andremo a vivere domenica, ma tant'è...!.

Su quelli che saranno gli effetti di questo nuovo evento ci torneremo nella mattinata di domani auspicando di avere le idee un pochino più chiare. I modelli sono ancora fortemente condizionati da quanto appena accaduto e nella giornata di ieri hanno sfornato run estremamente preoccupanti per la nostra regione, evidenziando però un comprensibile spirito ballerino che non consente di inquadrare l'entità della fenomenologia.

Restando alla nostra analisi, un Atlantico fortemente rinvigorito sembra destinato a mandare a gambe all'aria il mostro anticiclonico. L'instabilità pare destinata a ripetersi con frequenza almeno sino intorno al 15 di settembre, quando però si vedono carte che propendono per una nuova riscossa pressoria. La distanza temporale è impervia, ma una configurazione simile confermerebbe che la stagionalità, a livello di coerenza, non c'è proprio secondo i canoni ormai recenti di un trend completamente diverso che si è instaurato sul Bel Paese.

Tra le ipotesi un breve periodo (15-18 settembre) dove spuntano nuovamente isoterme di 20° a 1500 metri e temperature al suolo in grado di raggiungere ancora una volta i 30° e viaggiando verso ottobre tutto ciò confermerebbe le vistose anomalie che stiamo vivendo.

Quindi prudenza nell'attingere da un vocabolario desueto termini che meteorologicamente appartengono a un'altra epoca. Di certo c'è solo la nuova normalità, quella che ci vede convivere con uno stress meteoropatico costante, vuoi per eterne condizioni di disagio fisiologico da caldo, vuoi per affondi perturbati che generano costantemente allerte e preoccupazione della serie: a chi toccherà stavolta?

Stefano Sciandra

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