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Cronaca | 22 agosto 2024, 17:14

Radicali in carcere a Imperia: "Sovraffollamento visibile ad occhio nudo"

Per Stefano Petrella e Luca Robustelli però nel capoluogo non c'è bisogno di un nuovo istituto di dimensioni maggiori"

Radicali in carcere a Imperia: "Sovraffollamento visibile ad occhio nudo"

Nei giorni scorsi una delegazione del Partito radicale composta da Stefano Petrella e Luca Robustelli ha visitato la Casa Circondariale di Imperia.

I due esponenti radicali sono stati  e accompagnati nelle  sezioni dalla direttrice Caterina Tancredi e dal Comandante Andrea Agostinelli.

 "Settantuno i detenuti presenti sui 53 posti di capienza regolamentare, 32 con  condanna definitiva, 5 gli appellanti, 20 gli imputati, 13 con posizione giuridica mista, meno del 50% gli stranieri (in controtendenza con altri istituti dove arrivano al 70), 2 gli art.21 (lavoro esterno), lavorano per il carcere alla manutenzione dell’edificio, 1 solo semilibero. Due le educatrici su 2 previste, è presente un mediatore culturale, gli agenti previsti dalla pianta organica sono 43, ma al momento gli effettivi sono 37.

L’assistenza sanitaria ha subito qualche ulteriore taglio, il più pesante e inaccettabile è quello dell’assistenza psichiatrica, con il medico psichiatra presente soltanto una volta al mese, mentre in precedenza faceva ingresso alcune ore a settimana, la presenza del Ser.T. è affidata alla psicologa (da lunedì a venerdì), non c’è h 24, ma un medico è presente ogni giorno dalle 8 alle 20"

Un’altra carenza è che l’unico defribrillatore resti chiuso e inutilizzabile nelle ore notturne, un corso di formazione al personale in merito sarebbe auspicabile e permetterebbe di fronteggiare situazioni di emergenza. 

 

Il giro nelle sezioni presenta una situazione che conosciamo bene con il piano terra e il primo a regime 'ordinario' (4 ore al giorno di apertura) e il secondo che ospita 20 detenuti (la sezione a trattamento intensificato) a regime aperto da mattina a sera, l’unica dove si respira un clima migliore.  Qui per la verità (e anche a Sanremo e Marassi) le 8 ore minime di apertura delle celle non erano rispettate neanche prima della discutibile (e parziale) applicazione della circolare Renoldi, ma solo compensate con alcune ore di saletta di socialità .

Il sovraffollamento si vede ad occhio, alcune celle che sarebbero piccole anche per un detenuto ne ospitano due, i 3 metri quadrati per detenuto al netto di letto e suppellettili in molte non sono rispettati.

Sono presenti dei congelatori di uso comune, a loro la direttrice ha fatto aggiungere un frigorifero per ogni piano. I detenuti chiedono notizie del decreto carceri e della proposta di legge di Giachetti sulla liberazione anticipata, ma proprio questa (l’unica davvero utile) è stata per il momento esclusa e rimandata in commissione; molti di loro hanno residui pena brevi o molti brevi, ma non riescono ad accedere alle misure alternative, un uomo sulle stampelle affetto da una sclerosi ha soltanto pochi mesi da scontare e non riesce ad accedervi, ci chiediamo se davvero debba rimanere in carcere.

 

Un dato senz’altro positivo è la presenza di ventilatori nelle celle, non tutti i detenuti li hanno perchè sono in vendita, ma la presenza di una presa in ogni cella ha aiutato, in altri istituti visitati sono completamente assenti.

Altra importante novità è l’attivazione di un impianto di aria condizionata al terzo piano, l’area trattamentale ricavata nel sottotetto dove si trovano le aule scolastiche, la biblioteca, la piccola palestra e la saletta che ospita attività teatrale e il cineforum, una risorsa importante per il carcere prima difficilmente fruibile nei mesi estivi per il gran caldo; era un intervento previsto nella ristrutturazione del 2021 e finalmente è stato portato a termine .

 

Non sono presenti corsi di scuola media superiore, ci viene spiegato per mancanza di richiesta, nessun detenuto è iscritto al momento al Polo universitario, esiste da anni un buon rapporto con alcune associazioni che portano corsi e attività e un discreto numero di volontari fa accesso in istituto.

Le opportunità di lavoro presenti sono solo quelle del lavoro interno (a rotazione) per la mancanza di spazi atti ad ospitarne altre .

Una soluzione praticabile sarebbe quella di aumentare il numero dei detenuti ammessi al lavoro esterno, a Genova negli ultimi mesi è stato fatto con ottimi risultati con la collaborazione determinante del Comune e di alcune associazioni per attività di ristorazione e assistenza disabili in spiaggia, qualcosa del genere potrebbe essere fatto anche a Imperia, ma occorrono dei progetti e la collaborazione del Comune che non può limitarsi a proporre i 'lavori di pubblica utilità', per i quali non è prevista alcuna forma di retribuzione. 

 

I due passeggi sono di limitate dimensioni e quello dedicato alla attività sportiva può ospitare solo pallavolo e pallamano, non c’è spazio per un campetto di calcio (che sarebbe risorsa preziosa). Una questione irrisolta è quella del recupero della vecchia sezione di isolamento nel vano seminterrato, con celle che avevano necessità tutto il giorno di luce artificiale, abbandonata anni fa; si era progettato di spostarvi l’area medica e ora l’amministrazione parrebbe intenzionata a riportarla ad uso detentivo, il Comandante stesso ci ha esternato le sue perplessità in merito; a nostro avviso è totalmente inadatta e potrebbe essere invece possibile recuperare qui spazi per l’attività lavorativa che mancano da sempre.    

 

In conclusione un ragionamento sull’edilizia penitenziaria: Imperia – nonostante i limiti e le criticità dell’edificio che abbiamo cercato di evidenziare - non ha bisogno di un nuovo carcere di dimensioni più importanti e l’idea di realizzarlo in luogo lontano dall’abitato è da respingere, l’esperienza infelicissima di Sanremo che sconta a caro prezzo la sua collocazione dovrebbe insegnare qualcosa. 

Le istituzioni locali potrebbero fare molto per migliorare la situazione della casa circondariale promuovendo progetti per il lavoro e il reinserimento sociale, uno strumento senz’altro utile (a Imperia e Sanremo) resta a nostro avviso la nomina di un garante comunale sul modello di quanto Genova e La Spezia hanno già fatto".   

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