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Attualità | 16 agosto 2024, 15:23

Parco Eolico dell'Imperiese, i sindaci incontrano i tecnici della Provincia

Allo studio l'elaborazione di un documento da inviare al ministero entro il 29 agosto

Parco Eolico dell'Imperiese, i sindaci incontrano i tecnici della Provincia

Parco eolico dell'Imperiese, incontro di lavoro stamattina in Provincia tra la cosiddetta "commissione dei saggi", formata da sindaci e amministratori e i tecnici dell'Ufficio territorio al fine di valutare la redazione di un documento da inviare entro il 29 agosto al Ministero.  

L'intervento coinvolge come è noto i territori dei comuni di Aurigo, Vasia, Prelà, Dolcedo, Borgomaro, Pietrabruna, Castellaro e Cipressa incidendo sull'intero territorio della provincia di Imperia (ma anche su quello di Savona e Cuneo) prevedendo la realizzazione di 32 pale eoliche da 125 metri di altezza interessando aree di elevato pregio ambientale per l’intero entroterra. 

Enrico Pira,  sindaco di Pieve di Teco sottolinea: "Abbiamo evidenziato le incongruenze di un progetto che ci è capitato tra capo e collo a metà agosto e pur comprendendo la necessità di affidarci a fonti energetiche alternative ci pare non ci siano le condizioni nella nostra zona di realizzare un progetto di tale impatto". 

"Maggiormente approfondiamo il progetto  - fa eco Renato Adorno primo cittadino di Rezzo, più emerge che di green non ha proprio nulla, solo il nome con un impatto a dir poco devastante sul territorio". 

No" al progetto del parco eolico sono arrivati, oltreché dai sindaci, dall'Unione dei Comuni della Valle Arroscia e dal Parco delle Alpi liguri

Entro fine agosto l'assessorato alla Tutela del paesaggio della Regione Liguria esprimerà pure lei un parere negativo sull'operazione. 

Anche l'assessore regionale alla Tutela del paesaggio e all'Urbanistica, infatti,  ha subito convocato un tavolo tecnico dal quale sono emerse diverse incompatibilità, perché il progetto va in contrasto con le norme del piano territoriale di coordinamento paesistico. "Trentadue pale eoliche, di altezza superiore ai duecento metri avrebbero un impatto non tollerabile dal punto di vista tecnico ambientale su un territorio montano particolarmente fragile - sottolinea Marco Scajola - perciò i settori suddetti daranno parere contrario".

Diego David

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