Imperia Città - 12 agosto 2024, 07:45

Serri e Fallara (Uil): "Il turismo mordi e fuggi 'brucia' i lavoratori"

Il segretario generale Uiltucs Liguria e il coordinatore regionale settore Turismo lanciano lanciano l'allarme

 “Lavoro di qualità, maggior reddito degli addetti e un piano industriale di settore ad ampio respiro sono i fattori con i quali far crescere il turismo in Liguria. Spesso assistiamo al poco impegno da parte di politica e istituzioni territoriali a fare squadra, scarsissima avvedutezza e visione del futuro da parte delle imprese e lavoratori, in particolare stagionali, esausti per ritmi insostenibili che, di anno in anno, rifuggono al richiamo del settore”. Lo affermano Riccardo Serri, segretario generale Uiltucs Liguria e Roberto Fallara, coordinatore regionale settore Turismo per la Uiltucs Liguria.

E in questo contestoproseguono – stiamo vivendo un momento di deflazione del lavoro nel settore, ovvero, ci sono più richieste di mano d’opera ma meno persone che rispondono all’offerta. Su questo tema è in atto una mistificazione da parte di molte imprese e di certa opinione pubblica che tendono a liquidare il fenomeno come scarso interesse dei giovani al lavoro. Non va bene ed il ragionamento tende a spostare il problema senza risolverlo. I ritmi spasmodici del turismo, spesso concentrato in pochi mesi, non tengono conto dell’equilibrio tra vita e lavoro e neanche dell’aspetto economico correlato al sacrificio”.

I lavoratori a fine stagione sono completamente bruciati e magari non sono più disposti a ripetere l’esperienza infernale l’anno successivo. Se si fanno dodici ore per sei giorni in una cucina dove, in estate si raggiungono temperature molto elevate e non si respira per ben quattro mesi, alla fine del percorso, il lavoratore è talmente scoppiato che, all’occasione successiva, non accetterà la proposta di lavoro nel turismo. In questo contesto occorre avere cura dei professionisti ed investire sul personale polifunzionale ma è evidente che si preferisca stressare l’organico già centellinato”.

Il lavoro a chiamata (smoderatamente presente in questo settore), poi, nasconde retribuzioni basse con parte del salario erogata in nero e scarsa professionalità alle spalle – continuano i sindacalisti -. Molte imprese si celano dietro alla sostenibilità del sistema ma a nostro parere sono scuse banali, soprattutto se si tratta di strutture che lavorano sulla costa. Le nostre battaglie per la destagionalizzazione, la qualità del lavoro e del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori, dovrebbero incontrare il favore della politica, che fra qualche mese ritornerà al voto in una Liguria sotto pressione dopo gli ultimi eventi”.

Per la Uiltucsoccorre produrre progetti e programmazioni di ampio respiro temporale, condivisi sui territori, e favorendo l’aggregazione, da parte dei nostri amministratori pubblici, di tutti i soggetti deputati allo sviluppo, attraverso tavoli permanenti di lavoro. Perché, in verità, in Liguria non esiste un unico turismo, ma tanti settori del comparto che vanno valorizzati. Le opportunità sono tante: dall’entroterra alla costa, dalla filiera del cibo al trekking e così via. Dopo la pandemia, anche la Liguria ha iniziato a nuovamente a subire la concorrenza di altri paesi europei come la Spagna o delle crociere che, con pochi soldi, offrono spesso un’alta qualità reggendo le richieste tutto l’anno”.

In Liguria – osservano ancora Serri e Fallaravige ancora il turismo del weekend influenzato dal meteo, del mordi e fuggi, della stagione da erodere fino all’osso che spesso si traduce in insostenibilità in un territorio morfologicamente difficile e fragile. Oggi che cosa trovano i turisti in Liguria? Città strette nella morsa del degrado e, se anche si sono fatti passi da gigante negli ultimi anni, ancora troppe strutture ricettive sono vetuste con costi altissimi e un’offerta scarsa. Mentre i giovani italiani rimandano al mittente le offerte di lavoro scandalose, lo sfruttamento dilaga tra i giovani stranieri arrivati in Italia per una vita migliore”.

Questo sistema non può più reggere – concludono – ed è per questo che nel mese di ottobre organizzeremo, in tre occasioni di confronto sui territori della nostra Regione, l’approfondimento dei vari temi invitando la politica e i professionisti del settore. Auspichiamo che la politica non perda queste occasioni di confronto e si dimostri matura per far crescere il settore del turismo".

"Occorre un progetto complessivo che faccia convergere politica, istituzioni e imprese intorno a un piano di azione di lunga visione che tenga conto delle priorità. Magari in questo contesto capiremo come viene utilizzata dai Comuni la tanto famigerata tassa di soggiorno con la quale, ad esempio, si potrebbero impreziosire e rendere competitivi i nostri borghi e non solo”.