E’ stato dichiarato inammissibile dal Tribunale Amministrativo Regionale, il ricorso che era stato presentato dalla Confesercenti provinciale di Imperia e la società legata Confinvest, in qualità di utente, assistiti dagli avvocati Luigi Cocchi del foro di Genova e Anna Russo del foro di Imperia contro Rivieracqua.
Il ricorso era stato presentato contro il commissario ad acta presso la Provincia di Imperia, Claudio Scajola, per ottenere l’annullamento dei decreti con i quali vennero sono stati deliberati gli aumenti tariffari del servizio idrico per tutti gli utenti del territorio servito da Rivieracqua.
Diversi i motivi del ricorso, riassunto nella retroattività degli aumenti tariffari disposti a fine 2023, ma applicabili a tutto il biennio 2022 e 2023, ritenuta illegittima perché contraria ai principi di irretroattività degli atti amministrativi e di trasparenza dell’amministrazione, nonché nella violazione della normativa specifica in materia di servizio idrico integrato sia per superamento dei tetti massimi di aumento consentiti da Arera e sia per mancata differenziazione tariffaria per le diverse tipologie di acquedotto che sono residuate anche all’esito delle revisioni operate e mancata articolazione delle tariffe in funzione della diversa tipologia di utenza.
Secondo il Tar il soggetto istituzionale che ha il potere di approvare la tariffa in questione (ovvero l’atto conclusivo del procedimento, definitivamente lesivo delle posizioni giuridiche azionate in giudizio dalle ricorrenti) è l’Arera.
Confesercenti potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato.