Meteo - 06 agosto 2024, 16:10

Un occhio al cielo. Il crollo della seraccata del Tacul fa parte della storia della montagna, tuttavia è necessario riflettere

Ieri raggiunti i 14° ai 3.480 m di Plateau Rosa. Per il classico bollettino meteo appuntamento nel fine settimana, tanto cambia ZERO (e purtroppo non parliamo di temperatura) sull'Imperiese

Un morto e quattro feriti (uno gravissimo) è questo il bilancio del distacco della seraccata sul Monte Blanc du Tacul nel massiccio del Monte Bianco. Il crollo è avvenuto intorno alle 3 nella notte di lunedì.

Chi pratica alpinismo ad alta quota, come avevano detto nell'intervista di sabato scorso per A Voce Aperta,  sa perfettamente che per questo genere di ascensione si parte prestissimo, normalmente per la via dei Trois Mont Blanc dal Rifugio Des Cosmiques avviene intorno alle 2 e infatti la tragedia è accaduta circa un'ora dopo attaccando praticamente subito il muro del Tacul nei pressi del Rifugio.

(Il tristemente, quanto imponente, famoso seracco del Tacul (22 agosto 2012) durante la salita in soluzione unica di Monte Bianco di Chamonix (4810 m), Monte Bianco di Courmayeur 4765 m) e Mont Blanc su Tacul (4248 m). Sullo sfondo, alle mie spalle, da sx: Aiguille Verte (4122 m), Les Droites (4000 m), il più basso degli 82 4000 ufficiali, Les Courtes (3856 m).

Distacchi e crolli sono sempre avvenuti per carità ma è indubbio che ormai questa situazione climatica spazza via anche i cosiddetti punti fermi dell'alpinismo classico. Affrontare le scalate nelle ore notturne è sempre stato un dogma per sfruttare il rigelo notturno. Già il rigelo, che ormai appartiene all'album dei ricordi: è sufficiente dare uno sguardo alle temperature degli ultimi 20 giorni in quota.

Le termiche in doppia cifra durante il giorno a 3.500 m (il Des Cosmiques sorge a 3613 m) con minime notturne costantemente sopra lo zero impediscono qualsiasi forma di rigelo e quando si parte i ramponi pestano acqua anziché un croccante strato di ghiaccio. La via dei Trois Mont Blanc è una classica delle Alpi. Personalmente l'ho affrontata due volte nei miei tredici anni di carriera. La prima il 22 agosto del 2012, per la scalata in soluzione unica di Mont Blanc di Chamonix (4810 m) vetta più alta delle Alpi, Monte Bianco di Courmayeur (4765 m) e Mont Blanc du Tacul (4248 m), la seconda l' 11 agosto 2018 per la salita al Monte Maudit (4468 m).

Il punto più pericoloso è sempre stata la seraccata del Tacul, ma la via è sempre stata preferibile, anche per l'aspetto ambientale, rispetto alla classica normale del Goûter al Bianco dove attraversamento dell'omonimo canale rappresenta da sempre una roulette russa per lo scarico di massi, pietre e neve. Insomma, gli incidenti fanno parte della storia dell'alpinismo ma è indubbio che il continuo e rapido cambiamento delle condizioni imponga una riflessione su come affrontare la Montagna oggi. 

Ricordo perfettamente la faccia del compianto e indimenticato amico Luciano Ratto, scomparso il 12 febbraio 2023, durante le celebrazioni (il 21 Luglio 2018 al Rifugio Pian della Regina, aipiedi del Monviso) dei 25 anni del Club 4000 da lui stesso fondato nel 1993 assieme a Franco Bianco. Luciano fu il primo uomo al mondo a completare la scalata di tutti gli 82 4000 ufficialmente riconosciuti delle Alpi e censiti assieme all'Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche proprio nel 1993.

Ratto che aveva suggellato la sua impresa nel 1988, durante quella celebrazione, vedendo le immagini delle mie scalate sui 4000 in tempi più recenti, mi sussurrò a un orecchio: "Stefano mi sembra di vedere un altro mondo, è cambiato tutto in 30 anni, ci sarebbe da riscrivere ogni cosa in termini di vie e difficoltà". Sempre a proposito di cambiamenti volevo affrontare finalmente il già annunciato discorso relativo al ghiacciaio di indren o alle vie del Grand Combin, ma ho dato precedenza a questo fatto dell'ultima ora. Per quanto riguarda, infine, i bollettini meteo classici appuntamento al fine settimana. Posso solo ribadire che le condizioni nell'imperiese resteranno pressoché invariate con un disagio provocato dall'afa e con minime notturne sempre intorno ai 25°.

Nei prossimi giorni caso probabile ulteriore incremento delle temperature con temporali e fenomeni convettivi provocati dal solito contrasto di correnti leggermente più fresche presenti in alta quota e che si scontreranno come sempre con la massa calda nei bassi strati. Triveneto e Nord Est, ma anche alcune regioni del centro e del meridione sperimenteranno situazioni potenzialmente pericolose

Stefano Sciandra