/ Meteo

Meteo | 27 luglio 2024, 07:30

Un occhio al cielo. Le previsioni meteo del weekend a cura di Stefano Sciandra

Su tutti i teleschermi continentali va in onda il film dell'estate: "Il Signore dei Cammelli". Attore protagonista, regista e produttore Il Gobbo di Algeri

Un occhio al cielo. Le previsioni meteo del weekend a cura di Stefano Sciandra

Nuovo capitolo di un romanzo la cui trama resta sempre la stessa. Che tempo farà? Una domanda oggi assolutamente inutile. Negli anni sessanta il buon Gino Paoli cantava: "Qui il tempo è dei giorni che passano pigri", accade esattamente questo meteorologicamente parlando, giornate tutte identiche senza nessuna variazione soprattutto qui nell'imperiese dove ormai ogni estate la situazione si cronicizza e va avanti all'infinito. Diamo uno sguardo molto veloce.

Variazioni termiche infinitesimali, qualche decimo magari in meno per la visita di cortesia azzorriana, ma si sa l'ospite dopo tre giorni "puzza" e il proprietario dell'immenso attico che occupa l'intero bacino del Mediterraneo, il "Signore dei Cammelli", ha immediatamente messo alla porta l'ardito viandante riprendendo pieno possesso di ciò che gli appartiene. Il finale di luglio vivrà una nuova estrema ondata di caldo africano e andrà a colpire in primis la Penisola Iberica. Per una curiosa analogia cromatica, il colore rosso vivo tendente al viola dei massimali geopotenziali del Gobbo si collocherà nel territorio delle furie rosse di Spagna cui non basteranno i piedi fatati dei nazionali freschi campioni d'Europa per cacciare un avversario tecnicamente superiore. L'Italia sarà più fortunata. ce la caveremo con una quarantina di gradi, soglia che a Madrid e dintorni sarà superata. Le due Isole maggiori, alcune aree tirreniche, ma anche l'Emilia Romagna, saranno in pole position per aggiudicarsi i valori più alti. Per la nostra provincia proseguirà il trend che avevamo già illustrato il 10 luglio ultimo scorso con temperature in ulteriore risalita (già iniziata) e con le giornate di martedì e mercoledì prossimo dove dormiremo (si fa per dire) con termiche notturne che guadagneranno a metà settimana almeno i 27°.

(Una visione più ampia a livello europeo dei Geopotenziali spaventosi previsti dal modello americano GFS. Si  vede chiaramente lo stress a cui saranno sottoposti la Penisola Iberica e le nostre Isole maggiori)

Nell'analisi di mercoledì ultimo scorso avevo fatto riferimento ad alcuni dati statistici o a esperienze personali nei miei 13 anni trascorsi in alta quota, elementi che già dal 2014 illustravo nelle mie serate in giro per l'Italia accolto da un certo scetticismo. Oggi, a dieci anni di distanza quei particolari hanno trovato una conferma puntuale. Ribadisco sempre che non sono un meteorologo, resto un atleta, un agonista, un alpinista d'alta quota che quando collezionava vette over 4000 m non lo faceva solo per migliorare il proprio palmarès, ma portava a casa quelle informazioni che la Montagna trasmetteva e che poi si sono rivelate fondamentali per comprendere l'evoluzione climatica ben oltre l'ausilio dei centri di calcolo, della modellistica, dei run ufficiali, delle corse parallele, della media degli scenari degli spaghetti di GFS  o del modello europeo. Quei dati che da bambino già registravo nelle mie agendine e che mi dicevano che ad esempio il 20 agosto del 1975 a quota 1.500 m ai piedi del Cervino c'erano 2 gradi serali e che lo zero termico non superava mai i tremila metri (ai 3480 m di Plateau Rosa siamo costantemente in doppia cifra di giorno è sempre sopra lo zero di notte...) erano dati che hanno ancora oggi una valenza superiore. Ecco perché mercoledì parlavo del ruolo delle Alpi come termoregolatore del clima mediterraneo che fu. Certo anche 50 o 60 anni fa c'erano temperature molto alte.

(Può sembrare una provocazione ma si tratta di realtà. In Spagna la fine del limite dei 40 potrà essere esposto ovunque, considerato che il Gobbo andrà oltre)

Sempre dalla mia famosa agendina di bimbo quasi undicenne registravo un 37° serali nei pressi di Santa Maria Maggiore a Roma il 29 giugno 1973. Poi però guardavo alle Alpi, ovvero negli strati superiori e la situazione era quella che ho poco prima descritto. Prossimamente vi racconterò la storia del ghiacciaio di Indren. Calpestai quello che ne restava per la prima volta nell'estate del 2009 quando ero ancora agli inizi della mia carriera alpinistica e affrontavo i 4000 tra virgolette più abbordabili. La fotografia che fissai nella mia mente mi ha accompagnato poi negli 11 anni successivi di scalate e l'ho ancora oggi ben presente. Sulle solite novità per catturare l'attenzione e sul ritorno delle Azzorre intorno al 4 agosto con la disposizione a farfalla pronta a spostare il Gobbo e a dispensare temporali rinfrescanti al Nord ne riparleremo perché soprattutto per la Liguria il discorso è sempre ben diverso e siccome la faccia ce la metto sempre prima, mi gioco un costante abbondante over 30° sull'Imperiese almeno sino al 9 agosto. Appuntamento alla prossima puntata e buon fine settimana a tutti

Stefano Sciandra

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium