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Attualità | 21 luglio 2024, 07:45

Porto turistico di Imperia, dagli errori politici del passato alla 'cattedrale nel deserto'di oggi

Viaggio (purtroppo) serio di un cronista tra i moli dello scalo dei veleni. Confronto impietoso con la Costa Azzurra

Porto turistico di Imperia, dagli errori politici del passato alla 'cattedrale nel deserto'di oggi

Eppure è un porto turistico. Anche se è sprovvisto della stazione carburanti, anche se manca della sede della capitaneria con la dovuta efficienza logistica e di spazi prettamente turistici come bar, ristoranti, boutique o tecnici, il porto di Imperia è una grande struttura per il diporto nautico.

Certo il confronto con altri approdi anche piuttosto vicini o concorrenziali come quelli della Costa Azzurra è impietoso. E la differenza, almeno quella “quantitativa”, si percepisce anche soltanto a colpo d’occhio. Sufficiente registrare gli spazi vuoti in banchina, non tanto quelli del porto vecchio portorino sede degli ormeggi in transito, affollati in questi giorni, ma i “buchi” anche troppo numerosi delle banchine di San Lazzaro, quelle della parte più nuova del porto.

Ad essere generosi e ad arrischiare una stima di occupazione si può coraggiosamente pensare a un ottimistico 60 per cento di ormeggi occupati rispetto al totale dei disponibili.

Altrettanto vero che, purtroppo, a distanza di anni, non sia una struttura portuale terminata tanto è vero che ne sono testimonianze concreta ed esteticamente inguardabili i due manufatti in cemento armato nell’immediato entroterra del porto.

Due strutture che, come si diceva più sopra, erano destinati a ospitare tutti quei locali di attività commerciali e specifiche per la nautica e di accoglienza come bar e ristoranti che, solitamente, nei porti sono, invece, molto vicini agli ormeggi. Oltre all’impossibilità di effettuare rifornimento di carburante, situazione insolita che, negli anni, ha certamente causati una pessima reputazione tra i croceristi del Mediterraneo usi al “passaparola”. Tra i problemi, questi ultimi riservati alle imbarcazioni più piccole, anche l’irragionevole distanza dei servizi igienici e delle docce

D’altro canto sono da ricordare le “malattie” insite nella nascita anche progettuale del nuovo porto con scelte certamente originali e anomale per un approdo destinato al diporto.

E, al momento, anche un problema legato alla concessione soltanto annuale in capo al Comune: un periodo temporale inadeguato: le Amministrazioni, infatti, da anni tentano di poter contare su una concessione pluridecennale in grado di permettere investimenti e interventi per completare tutte le infrastrutture, realizzare i servizi mancanti e operare per renderlo efficiente come richiedono gli approdi moderni.

Certo che, al momento, il Porto turistico di Imperia appare come una classica “cattedrale nel deserto”. 

Ino Gazo

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