Attualità - 21 luglio 2024, 07:45

Delitto per diletto. "Il capolinea", la terza puntata del giallo di Rodolfo Rotondo

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Terza puntata. 

"Buonasera Capitano!" lo salutano i carabinieri di pattuglia, portando la mano alla fronte come prevede la ferrea disciplina militare. 

"Buonasera", risponde Forti, ma mentre la pronuncia, quella parola gli suona completamente fuori luogo.  "Allora,  come stanno le cose?" 

Il carabiniere, che prima è salito sul bus, fa immediatamente un dettagliato, per quanto possibile, resoconto: "Allora Capitano, il medico legale sta effettuando un primo sopralluogo, ma sembra già certo che la causa della morte non sia naturale, infatti ha disposto l'autopsia. Dalle prime informazioni che abbiamo raccolto, pare che il professor Santi, verso le 21.00, sia salito sull'autobus da solo in largo Piana Nannolo, proprio davanti al grattacielo a Imperia. Naturalmente durante il tragitto, che lo ha portato ad Andora, sono salite e scese diverse persone, forse con l'aiuto dell'autista e di qualche videocamera posta nelle vicinanze delle fermate, potremo risalire all'identità dei passeggeri, poi interrogarli e quindi..."

"Quindi, è un gran casino!" Conclude la frase disilluso Forti, aggiungendo: "Vorrei parlare con l'autista, praticamente per ora è l'unico testimone che abbiamo".

"Sì Capitano, è quel signore laggiù". Dopo le brevissime presentazioni... "Allora", chiede il Capitano, "per favore signor Gianni, mi racconti tutto quello che riesce a ricordare: le abitudini del professore, chi c'era alla fermata, chi è salito sul bus; non tralasci nessun dettaglio, qualsiasi piccolo elemento ci può essere davvero molto utile".

Gianni, ancora molto scosso, inizia a raccontare: "Erano circa le 20,40, stavo per entrare in servizio e prima, come al solito, sono andato al bar Garibaldi in piazza Dante per un caffè. A un tavolino il professore stava parlando confidenzialmente con una bella signora elegante, che improvvisamente si è alzata ed è andata via arrabbiata. Io non l'avevo mai vista prima. Poi lui mi ha salutato e abbiamo preso il caffè insieme, sembrava molto deluso..."

"Problemi sentimentali?" domanda Forti. "Probabile, io sono andato all'autobus per dare il cambio al mio collega e dopo pochi istanti il professore è salito per fare ritorno ad Andora dove vive con la sorella". "Ricorda chi altro è  salito? Insomma chi c'era alla fermata con lui?" "Non è facile... un paio di ragazzi, un venditore di rose, una signora anziana, forse una coppia di zingari... Ah sì, ricordo che i ragazzi li prendevano in giro  con frasi razziste e il professore li ha difesi prendendo le loro parti fino ad accendere una furiosa discussione. Poi nel tragitto sono salite tre ragazze, mi pare, e un signore con una grossa valigia, degli extracomunitari, poi..."

Il Capitano Forti, continua ad ascoltare, ma nella sua mente si rende conto che la faccenda si complica sempre più, e gentilmente gli dice:  "Grazie signor Gianni. Senta, ora vada a casa, il bus sarà messo sotto sequestro per effettuare delle analisi approfondite, domani ci sentiremo con calma, magari con il suo aiuto e quello della mia valida collaboratrice, la Tenente Preziosi, cercheremo di risalire all'identità di qualche passeggero e scoprire qualcosa in più. Arrivederci".

Mentre i due si salutano il telefono di Forti inizia a squillare: è Laura, la ragazza dell'appuntamento. Mentre sta per rispondere, le urla e il pianto di una donna disperata lo bloccano. È la sorella della vittima che ne ha appena visto il corpo ed è distrutta. Inoltre, singhiozzando, dice che al fratello mancano l'orologio d'oro, la collana e una penna stilografica molto preziosa, che l'uomo portava sempre nel taschino.

 

Continua...

Rodolfo Rotondo