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Politica | 18 luglio 2024, 11:34

Il ‘campo largo’ ligure alla prova della piazza, a Genova arrivano Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni: “Toti tiene la regione ai domiciliari”

Alle 17.30 la manifestazione in piazza De Ferrari, sotto l’ufficio del presidente chiuso dal 7 maggio

Il ‘campo largo’ ligure alla prova della piazza, a Genova arrivano Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni: “Toti tiene la regione ai domiciliari”

Mai come oggi la scelta di manifestare in piazza De Ferrari assume più di un significato: è il cuore di Genova, è sotto la sede della Regione ma, soprattutto, è sotto l’ufficio di Giovanni Toti, chiuso dal 7 maggio scorso, da quando il presidente è agli arresti domiciliari ad Ameglia con le accuse di corruzione e falso.

Lì questa sera alle 17.30 si sono dati appuntamento i leader nazionali del ‘campo largo’ che ha funzionato in Sardegna, sulla carta ha dato buoni risultati alle Europee ed è quindi un esperimento pronto per essere replicato anche in Liguria. Sotto la sede della Regione si ritroveranno Elly Schlein (PD), Giuseppe Conte (M5S), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (AVS) che sperano di riempire la piazza al giro di “dimissioni” e “elezioni subito”. Compito non facile in un caldo giovedì di metà luglio.
Insieme a loro anche i rappresentanti di Azione (ma non Carlo Calenda) e i portabandiera delle forze di opposizione in consiglio regionale ‘Linea Condivisa’ e ‘Lista Sansa’, oltre a comitati e associazioni cittadine. Atteso anche Andrea Orlando, indiziato numero uno per la candidatura a presidente del centrosinistra. Mentre non ci saranno +Europa e Italia Viva.

Giuseppe Conte ha lanciato la sua partecipazione all’evento con una domanda: “A voi sembra normale che una intera Regione bella, forte, piena di risorse come la Liguria sia bloccata da mesi per le vicende giudiziarie di un governatore agli arresti domiciliari che non vuole dimettersi? A noi no. La politica torni a mettere le emergenze dei cittadini al centro delle proprie preoccupazioni”.

Elly Schlein, invece, ha puntato sull’immobilismo della Regione dal 7 maggio, giorno dell’arresto di Toti: “Sta tenendo anche la Liguria ai domiciliari. Dinanzi ad accuse così gravi e a misure cautelari confermate poco tempo fa, come i domiciliari, Toti si sarebbe già dovuto dimettere. Non si può bloccare la Liguria per il tempo che servirà all’inchiesta perché c’è una gigantesca questione di opportunità politica e se la politica non è di esempio abdica al suo ruolo. La Liguria non merita tutto ciò”.

È necessario che si vada rapidamente a nuove elezioni per portare chiarezza politica in una regione che ormai è un concentrato di interessi - così Angelo Bonelli - ovvero aziende, società e persone che hanno finanziato la campagna elettorale del presidente Toti, e che poi sono le stesse società che hanno ottenuto autorizzazioni o delibere dalla stessa Regione”.

Intanto nella vicenda ligure irrompono anche le parole del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, con il suo “non ho capito le carte” riferito al testo con cui il Riesame ha rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari a Toti. Nordio ha poi rincarato la dose ironizzando: “La Fenomenologia dello spirito di Hegel è più chiara”.
Il caso è arrivato sulla scrivania del guardasigilli con l’interrogazione firmata da Maurizio Lupi, presidente di ‘Noi Moderati’ che ha chiesto anche l’invio di ispettori a Genova per valutare l’operato del Riesame.

Pietro Zampedroni

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