Eventi - 15 luglio 2024, 07:11

Imperia, in banchina Aicardi Luca Bizzarri presenta il libro "Non hanno un amico" (video)

"Racconta il nostro modo di vivere, di sopravvivere e di comunicare l’uno con l’altro”, dice il comico genovese

Non hanno un amico” è un sospetto che spesso ci assale di fronte a comportamenti di personaggi pubblici, ma anche persone comuni. Situazioni che Luca Bizzarri ha raccolto in un podcast, poi diventato un libro: “Parlo di tutti noi -racconta Bizzarri- che spesso ci troviamo a non avere amici, quegli amici che ti dicono che stai sbagliando”. 

L'intervista

L’incontro con l’autore ha portato in banchina Aicardi oltre cinquecento persone. Il comico genovese ha condiviso le sue riflessioni sulla società contemporanea, spaziando dalle gaffe dei politici alle stramberie che chiunque di noi si può trovare a leggere, o anche scrivere, in qualche chat di gruppo su whatsapp: “In questo libro -prosegue- c’è il nostro modo di vivere, di sopravvivere e di comunicare l’uno con l’altro”. 

Ad analizzare le interviste e le pagine social dei politici odierni il dubbio che assale rimane sempre lo stesso “Ma un amico non ce l’hanno?”. Salvini, Bonaccini, Calenda, i ministri Lollobrigida e Sangiuliano alcuni di quelli citati. “Ho una grande fortuna a fare il lavoro che faccio, nell’epoca in cui vivo -dice dal palco il comico genovese- in cui la classe politica che ha subito un danno enorme che si chiama vanità. I politici sono ormai schiavi della loro vanità, fanno di tutto per apparire, per far ridere e a volte si scontrano con me perché pensano che facciamo lo stesso mestiere”. Un breve commento anche sulla politica locale: “Qui c’è un politico che vince sempre”, riferendosi al sindaco Claudio Scajola seduto in prima fila. 

Risate e ironia, ma dal palco anche un passaggio su un tema serio, la condizione delle carceri italiane: “Si sente in continuazione parlare di questo fascismo che dovrebbe essere sulla via del ritorno, ma non ci rendiamo conto che il fascismo non è altro che la sopraffazione dei deboli. Ci sono dei deboli che sopravvivono nelle nostre carceri, in situazioni degradanti e noi di questa cosa ce ne freghiamo totalmente. Non si possono differenziare i deboli buoni da quelli cattivi”.