Suona l’Avemaria, sono le 7,30 del mattino, e a Costa inizia la giornata, si aprono le persiane nei caruggi e sulle piazzette, si butta uno sguardo svogliato in giro: tutto tranquillo. A guardar bene, si nota un filo di fumo nelle “Pinee”: qualcuno pulisce le fasce per il prossimo raccolto.
Il video
“E pane i nu son uive, e e uive i nu son sodi”, dicevano i nostri nonni. Infatti è il tempo il grande regista di una buona riuscita del nostro olio. Fasce, muri a secco, case, strade, pietre su pietre posate ad una ad una per fermare la terra ed alimentare gli ulivi secolari.
Esci di casa e cammini per Costa, un budello lungo circa un Km, case una attaccata all’altra, si sentono i respiri delle persone, se ne intuiscono le abitudini. Chi va verso la “cima”, chi verso la Piazza della chiesa e chi “dallo stradone”: tutti percorsi che si incrociano uno con l’altro e la gente si incontra, si saluta e va. Qualcuno si volta al suono della corriera, qualcuno entra in bottega, i bambini giocano in piazza, sorvegliati da un nonno che vale per tutti…. Costa d’Oneglia è tutto questo ed è dolce viverci.