/ Politica

Politica | 24 giugno 2024, 08:14

"Perché Matteotti oggi": l'intervento di Pier Paolo Ramoino nell'ambito del convegno promosso dall'associazione Socialismo XXI Secolo

A cent’anni dalla sua uccisione il contributo del presidente della Federazione Ligure del Psi

"Perché Matteotti oggi": l'intervento di Pier Paolo Ramoino nell'ambito del convegno promosso dall'associazione Socialismo XXI Secolo

"Perchè Matteotti oggi. Affrontare la figura di Matteotti a cent’anni dalla sua uccisione rappresenta una operazione difficile e pericolosa.

Il rischio nel trasportarne il pensiero e l’azione nel dibattito storico politico dell’oggi è quello di svuotarli dal contesto che ne hanno hanno definito l’identità.

Il rischio, appunto, è di fare diventare Matteotti una sorta di icona pop, di immagine simbolo di un antifascismo irriducibile fuori dal tempo e da una ben definita cultura.

Per intenderci, L’Ulisse del XXVI canto della Divina Commedia dantesca nulla ha a che vedere con l’Ulisse dell’ Odissea omerica.

Allora nel Matteotti , espulso dal PSI massimalista, avversato dal Partito Comunista, e fondatore con Turati, Rosselli, Treves , Saragat del PSU, si intersecano culture riformiste che per dirla con Turati : “intendono costruire quel nucleo fermo che crea lentamente lo stato di domani e gli uomini capaci di guidarne il timone “.

I pilastri dell’azione politica non sono le suggestioni della rivoluzione bolscevica, ma nell’incontro con il municipalismo che individua proprio nell’amministrazione dei comuni il motore della politica riformista. Il comune come base di una nuova società, con le iniziative storiche del socialismo quali le Società di Mutuo Soccorso , le Opere di Assistenza, pensiamo alla Humanitaria di Milano, e con una azione forte sulla cultura, basti pensare alle Biblioteche popolari con a capo Ettore Fabietti, che scriveva un fondamentale manifesto dell’epoca su Critica Sociale : La Lettura come questione sociale.

Poi di fronte all’illegalità e alla violenza fascista, Matteotti si pone il problema centrale della sua azione cioè come fermarla, con quali strumenti, con quali alleanze.  Questo è il nodo centrale della sua forza e la ragione della sua condanna a morte . Matteotti è chiarissimo : il fascismo si ferma con le leggi e con la legalità dello stato Giolittiano, creando un legame tra il movimento socialista e le classi dirigenti della società liberale e democratica .

Questa convinzione creò l’isolamento di Matteotti e del PSU.

Gramsci così scriveva il giorno 29 ottobre 1922, contestualmente alla "marcia su Roma", nella manchette dell’Ordine Nuovo : il proletariato non può parteggiare per alcuno dei gruppi borghesi che si contendono il potere."

Ciò già basta per capire come fosse sostanziale il contrasto in quelle ore tra riformismo e massimalismo.

Oggi si tratta anche di porci un problema : come si conserva una ragionevolmente corretta memoria storica ?

La risposta la danno proprio gli storici : con le fonti.

Le fonti sono quelli che difendono i fatti dalle riscritture della storia, perché "i fatti, per dirla con Almodovar, urlano ai vivi la loro verità"

Noi socialisti abbiamo almeno un dovere da assolvere , cioè quello di tutelare le Fondazioni che conservano, seppure con difficoltà e scarsità di mezzi, e rendono accessibili i documenti, le pubblicazioni, i verbali dell’epoca. Penso alla Fondazione Matteotti Modigliani, alla Nenni, alla Buozzi e tante altre. In una memoria storica che diventa sempre più breve e spesso manipolatoria il lavoro delle Fondazioni risulta essere un patrimonio insostituibile.

Dicevo, all’inizio, che trasportare nel tempo la figura e l’azione di un personaggio storico all’oggi è operazione rischiosa, non parliamo poi del trarne lezioni per il presente.

Non mi voglio però sottrarre all’azzardo.

Pongo una domanda, cosa avrebbe contrapposto Matteotti all’avanzare dell’autocrazie sia esterne che interne alla nostra Europa ?

Sarei portato a dire che la ricerca dei valori comuni democratici che tengono insieme la nostra società, in un contesto comunque multiculturale e multireligioso Matteotti la avrebbe indicata nei diritti. Esempi che abbiamo sotto gli occhi:

Diritto alla salute con la difesa del sistema sanitario universalistico e gratuito, scuola pubblica e cultura laica che ne deriva.

Sono questi i primi due diritti che la destra oggi mette nel mirino, sulla sanità pubblica non mi soffermo, tanto è scontata la situazione nella sua drammatica evidenza.

Sulla scuola pubblica, che deve venire intesa come zona franca di circolazione di idee e saperi, la questione diventa strategica . Senza cultura e scienza non siamo in grado di difenderci da le tante intolleranze, che arrivano non solo da destra, e di difendere il diritto di una comprensione critica del mondo evitando di cadere nelle fakenews e in possibili usi manipolatori dell’intelligenza artificiale.

La lettura, cioè il leggere e il cercare di capire, sono ancora oggi più che mai un problema sociale, citavo prima il Fabietti. Ho tradito la figura di Matteotti azzardando come suoi possibili valori la sanità pubblica, la scuola pubblica e altri diritti?

Penso di no perché, in quel solco, vengono in mente i nomi dei padri di alcuni di questi diritti: Mariotti, Brodolini e Giugni, Loris Fortuna , Vincenzo Balzamo , Agostino Viviani. Tutti socialisti ed eredi per manifesta e dichiarata volontà di Matteotti".

 (*) Pier Paolo Ramoino  Presidente della Federazione Ligure del PSI

Pier Paolo Ramoino (*)

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium