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Politica | 05 giugno 2024, 17:50

Ripicca di Scajola, la maggioranza fa mancare il numero legale alla 'mozione Sardi' sulle Partecipate

Si è consumata così la 'vendetta' politica nei confronti dell'opposizione dopo la famosa pratica del "palamito-palangaro"

Ripicca di Scajola, la maggioranza fa mancare il numero legale alla 'mozione Sardi' sulle Partecipate

La maggioranza fa mancare il numero legale  e la 'mozione Sardi' sulle società partecipate presentata dal capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra salta.

Si è consumata così la 'vendetta' politica della maggioranza nei confronti dell'opposizione dopo la famosa pratica del "palamito-palangaro" saltata in occasione della scorsa seduta, quando le minoranze vedendo svuotarsi gli scranni della maggioranza avevano abbandonato l'aula.

Dopo le recenti dimissioni del presidente della Go Imperia, Guido Corradi (ora sostituito da Stefano Gandolfo) e della consigliera Caterina Di Bello, Lucio Sardi chiedeva, infatti, di rivedere il regolamento per le nomine dei consigli di amministrazione delle partecipate, affinché, come in passato, venisse rappresentata anche la minoranza: “La proposta, per un principio di trasparenza, è quella di rintrodurre la regola per cui uno dei componenti, quando sono plurimi, sia indicato dalla minoranza”, spiega il capogruppo di Allenza Verdi-Sinistra.

Questo consiglio di amministrazione, così qualificato, che Scajola aveva appena nominato si è praticamente dissolto. Una scelta fatta personalmente dal sindaco senza confrontarsi con nessuno, ma che si è rilevata fallimentare, avendo perso due amministratori su tre. Guido Corradi ha motivato la decisione con sopraggiunti motivi di lavoro, non abbiamo invece saputo il motivo che ha portato alle dimissioni di Caterina Di Bello, evidentemente c’è anche qualcosa di non detto”, commenta Sardi.

Altra richiesta era quella di proporre un confronto, in sede di commissione consiliare, con il presidente della società, per avere informazioni sulle criticità della Go Imperia: “Due anni fa ha chiuso in perdita di un milione, lo scorso anno è riuscita a evitarla perché ha sospeso tutti gli ammortamenti, quest’anno è riuscita a malapena a chiudere in pari, con duemila euro di utili, ma ci sono costi da verificare, ci sono stati dei cali su alcuni oneri".

La mozione non è stata né discussa né votata perché la maggioranza non ha garantito il numero legale, come avvenuto durante la seduta precedente di consiglio quando a saltare è stata la mozione del consigliere Davide La Monica (Avanti con Scajola) sulla pesca con il palamito. La minoranza aveva lasciato l’aula, ritenendo inappropriato discutere di tale tema e non delle “maxi bollette” di Rivieracqua, argomento sentito dai cittadini che avevano protestato davanti a Palazzo civico. Essendo assenti anche consiglieri di maggioranza era venuto a mancare il numero legale e il sindaco Scajola profeticamente aveva commentato: "Se questo è il sistema la prossima volta ve le fate da soli le mozioni".

Pensano sia normale fare questo tipo di ‘ripicche’, ma la mozione verrà comunque ripresentata nel prossimo consiglio comunale, si tratta di un diritto delle minoranze che la maggioranza non può cancellare”, conclude Sardi.

Sara Balestra

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