Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità Portuale di Genova, continuerà a scontare la sua detenzione in carcere.
La giudice per le indagini preliminari (GIP) Paola Faggioni ha respinto la richiesta di attenuazione della misura cautelare presentata dai legali Enrico e Mario Scopesi, che avevano avanzato la possibilità degli arresti domiciliari. La Procura ha espresso parere negativo, evidenziando il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio.
Signorini è l'unico tra gli indagati nell'inchiesta sulla Tangentopoli ligure a essere finito in carcere. Durante un interrogatorio richiesto dallo stesso Signorini, l'ex presidente ha negato le accuse di corruzione, sebbene abbia ammesso di aver ricevuto 15.000 euro dall'imprenditore Aldo Spinelli, sostenendo però di averli restituiti.
L'inchiesta accusa Signorini di aver accettato da Spinelli diversi benefici, tra cui denaro per il matrimonio della figlia, soggiorni di lusso, e costosi regali come una borsa Chanel e un bracciale Cartier. Inoltre, è stato promesso un incarico retribuito di 300.000 euro l'anno.
Iren, la società di cui Signorini era diventato amministratore delegato prima della sospensione, si è dichiarata parte offesa nel procedimento penale. Gli avvocati di Signorini stanno ora preparando un ricorso al riesame nella speranza di ottenere una misura cautelare meno severa.