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Politica | 14 maggio 2024, 12:11

Spinelli scarica Toti: “Mi ha preso in giro, promette e non mantiene”

L’imprenditore definisce Signorini “un caro amico che aveva bisogno”. E parlando di se stesso dice: “Sono un danneggiato. Ho dato quattro e ricevuto un quarto”

Spinelli scarica Toti: “Mi ha preso in giro, promette e non mantiene”

Nel corso dell’interrogatorio che si è svolto ieri mattina davanti alla giudice Paola Faggioni e al pubblico ministero Luca Monteverde, Aldo Spinelli ha deciso di rispondere alle domande nonostante l’avvocato Andrea Vernazza non fosse d’accordo. Due ore di audizione, in cui l’imprenditore, agli arresti domiciliari dallo scorso martedì per la maxi inchiesta sulla presunta corruzione che ha coinvolto anche il presidente della regione Giovanni Toti e l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, ha preso le distanze proprio dal governatore, affermando di essere stato “preso in giro”. “Mi ha deluso, prometteva e non manteneva” ha affermato Spinelli, riferendosi alla questione della spiaggia di Punta dell’Olmo. Questione sottolineata anche dal figlio dell’imprenditore, Roberto, anche lui ascoltato dalla giudice nella giornata di ieri: “La spiaggia di Punta dell’Olmo - spiega - è la cartina di tornasole delle promesse mancate di Toti. I tecnici che avevo pagato mi avevano detto che con la Bolkestein (la direttiva europea sulla libera concorrenza, che da anni dovrebbe toccare anche le concessioni dei balneari in Italia, ndr) non si poteva fare nulla. Tanto è vero che tutte le case non avevano il diritto alla spiaggia. Altrimenti, se avessi potuto contare su quel diritto, le avrei vendute a prezzo più alto”. 

La decisione di ‘scaricare’ il governatore è comune tra padre e figlio: proprio da Roberto Spinelli, nel corso dell’interrogatorio, arrivano ulteriori accuse nei confronti di Toti: “Tutti hanno tirato mio padre per la giacchetta. Anche Toti e Signorini”.  E ancora: “Tutti si sono resi conto che mio padre era una persona sola e hanno cercato di condizionarlo. Ho rispetto per mio padre e non sono mai voluto entrare o interferire nelle sue questioni personali. È una persona grande che si è fatta da sé e ha ottenuto risultati importanti. Ma da quando è morta la mamma tre anni fa non riesco più a seguirlo. Lasciavo che facesse la sua vita, ma in questo frangente ci sono persone che si sono approfittate di lui”. 

Non manca, nel corso dell’interrogatorio, il riferimento all’altro grande nome dell’inchiesta, Paolo Emilio Signorini. Aldo Spinelli lo definisce “un caro amico”. “Era in difficoltà, aveva dei problemi economici e mi sembrava giusto aiutarlo. Come fa un amico. Non ci vedevo nulla di male. Anche perché ero perfettamente a conoscenza del fatto che poteva fare poco” spiega l’imprenditore, che si è poi definito un “danneggiato”: “Ho dato quattro e ne ho ottenuto un quarto”. 

Secondo gli inquirenti, l’ex patron del Genoa avrebbe versato soldi al partito di Giovanni Toti per ottenere in cambio favori, corsie preferenziali e appalti: l’imprenditore spiega che nel corso della carriera “ho sempre dato soldi a tutti. Una volta anche a Emma Bonino, che neppure conoscevo. Toti, però, promette cose che non è in grado di mantenere”. E, dopo aver risposto a tutte le domande commenta di meritare di essere rimesso in libertà. L’avvocato Vernazza presenterà al tribunale la richiesta per consentire a Scio Aldo di uscire di casa e recarsi per qualche ora al giorno il fratello, che vive accanto a lui nel parco di Villa Carrara, nel levante ligure, dato che l’uomo non ricopre ruoli in azienda ed è da tempo in pensione. 

Roberto Spinelli, nel corso del proprio interrogatorio, ha sottolineato come nel corso del tempo abbia preso le distanze dalle azioni del padre, senza però intervenire per rispetto di una persona che “dal niente ha creato un impero”. Al momento il manager è stato sottoposto a una misura che gli impedisce di proseguire l’attività professionale, e ha deciso di parlare per poter tornare a operare nell’azienda di famiglia. 

Francesco Cozzi l’ho scelto io proprio per tutelare la mia famiglia. Quando ho capito che la situazione stava diventando problematica. Da lui volevo pareri legali, nulla che fosse legato alla sua precedente attività” spiega Spinelli junior alla giudice. “Ho fatto questa scelta perché in molti, compreso Toti, prospettavano a mio padre molte cose e io volevo tutelarmi, visto che siamo una azienda con 1.500 dipendenti. Per questo ho voluto Francesco Cozzi, perché è un giurista che conosce bene la materia. Volevamo restare nella legalità. Non sapevo che il rapporto tra mio padre e Signorini fosse arrivato a così tanto, ma qualcosa dovevo lasciargli fare. Ho capito subito tutto poi visto che sono laureato in giurisprudenza”. 

Nel corso della giornata di ieri sono stati interrogati anche Francesco Moncada, che ricopriva fino alla scorsa settimana il ruolo di consigliere di amministrazione di Esselunga, e di Mauro Vianello presidente di Ente Bacini e Santa Barbara. Entrambi sono stati davanti al giudice il tempo necessario per formalizzare la volontà di non rispondere alle domande. 

Nell’ambito delle indagini sul presunto voto di scambio, è stata ascoltata anche Ilaria Cavo (non indagata): “Ho chiarito tutto ciò che sapevo, ma non aggiungo altro perché l’audizione è coperta dal riserbo” afferma al termine la deputata e coordinatrice ligure della Lista Toti. 

La voce di Genova

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