In politica, dove tutto va in scena su un filo sottile tra detto e non detto, un “sono a disposizione” vale come un “sì”. Non è quindi azzardato ipotizzare che l’ex ministro Andrea Orlando sia al momento il principale indiziato per radunare il mondo del centrosinistra in vista del possibile voto anticipato in autunno. Tutto, però, passa prima per le dimissioni di Giovanni Toti e sembra ormai che sia solo una questione di giorni.
Nel mondo esterno al centrodestra ligure la parola d’ordine, sventolata sin dalle prime ore successive all’arresto del presidente, è “compattezza”. Ma, neanche a dirlo, lo scenario del centrosinistra è già a un primo bivio tra l’ex ministro Andrea Orlando e l’ex presidente Claudio Burlando. Il primo per adesso ha solo risposto “presente” all’eventuale richiesta di discesa in campo come leader del centrosinistra ligure; il secondo, tramite la sua chat ‘Vasta’, non ha risparmiato frecciate per l’ex ministro riportando a galla la scelta di candidare Ferruccio Sansa nel 2020 contro Toti e accusando Orlando di avere iniziato a girare la Liguria “solo ora”.
In casa Partito Democratico non un clima idilliaco, quindi, per farsi promotori della “compattezza” di cui sopra. Clima inasprito anche dalla comparsa del nome di Armando Sanna, vice presidente del consiglio regionale, tra quelli degli ospiti dell’ormai noto yacht ‘Leila 2’ di Armando Spinelli. Sanna in una nota ha definito “inopportuna ogni tipo di strumentalizzazione mediatica che riguarda la mia persona e il partito che rappresento, l’episodio era già noto e ho sempre ritenuto doveroso confrontarmi e incontrare i protagonisti del mondo portuale”. Un po’ sulla falsa riga di quanto detto da Burlando quando si è iniziato a fare il suo nome in merito recenti incontro con Spinelli, sempre in barca. “Da quarant’anni mi occupo di queste cose - ha detto Burlando - non mi sono mai negato quando qualcuno mi ha chiesto un confronto”.
In casa ‘dem’ l’intenzione è quella di compattare le truppe in vista dell’eventuale battaglia elettorale di ottobre (o novembre), ma già dai primi movimenti sembra che ci sia da mettere in calendario qualche stretta di mano per distendere gli animi.
E il MoVimento 5 Stelle? Non è un caso che Giuseppe Conte, atteso sabato anche a Sanremo e Albisola, abbia scelto di disertare le tappe a Ponente per concentrarsi solo su Genova, dove ha partecipato alla manifestazione dei comitati contro le grandi opere poi comprensibilmente trasformatasi in un corteo contro il ‘modello Toti’.
Il collante che ora tiene insieme il campo largo Pd-M5S è la comune richiesta di dimissioni a Giovanni Toti. Desiderio che molto probabilmente troverà soddisfazione nei prossimi giorni. Ma ora serve capire come si potrà costruire una eventuale alleanza in ‘stile Sardegna’ per puntare alla vittoria in regione in uno scenario favorevole per il centrosinistra come mai prima d’ora. Lo stesso Conte da Genova ha aperto la porta all’alleanza con i democratici chiarendo, però, che “questo non significa che dobbiamo accettare a scatola chiusa quello che vuole il Pd”. “Anche noi abbiamo delle carte da giocarci” ha aggiunto il leader pentastellato.
E così, al fianco di Andrea Orlando, spunta ora anche il nome di Tiziana Beghin, genovese di nascita trapiantata in Piemonte, europarlamentare del MoVimento 5 Stelle in scadenza dopo due mandati a Bruxelles. Sarebbe lei la carta che i pentastellati vorrebbero giocarsi, parafrasando le parole dello stesso Conte che, durante la manifestazione di Genova, ha detto: “Abbiamo anche noi delle carte da giocarci”.
“Compattezza”, si diceva all’inizio. Concetto facile da sbandierare quando la nave va a picco, meno semplice da mettere in pratica quando gli attori sul palco iniziano a essere più di uno.