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Sanità | 11 maggio 2024, 09:00

Mal di schiena e disidratazione

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Mal di schiena e disidratazione

Le sigle “L4 - L5” vi dicono qualcosa? Sì, se siete tra quelle persone che, in seguito a una radiografia, hanno letto un referto che riferiva alterazioni proprio a livello delle vertebre lombari L4 e L5. Siamo nell’ambito delle patologie, più o meno invalidanti, che interessano la colonna vertebrale, come ad esempio, la lombalgia che si manifesta con un dolore nella parte bassa del dorso, all'altezza della fascia lombare, ma anche la lombosciatalgia, caratterizzata da un dolore che si irradia ad una parte o a tutta la gamba per un interessamento del nervo sciatico, di solito a causa di un’ernia o di un assottigliamento del disco adiacente. L’80% della popolazione mondiale, uomini e donne, ha nel corso della sua vita almeno due episodi di “mal di schiena”, più o meno invalidanti.

 Molti sono i fattori che possono scatenare il “mal di schiena”. Innanzitutto, le attività lavorative particolarmente pesanti; una postura sbagliata; ma anche attività sportive che iper sollecitano le strutture interessate; un eccessivo sforzo fisico o al contrario la sedentarietà che rende lasse e poco elastiche le fasce muscolari dorsali; in alcuni casi patologie traumatiche-infettive. Ho già affrontato questa tematica in precedenti articoli, in cui vi ho indicato come fattori favorenti anche una ritenzione di tossine nell’organismo (Tossiemia) o un Microbiota alterato (Disbiosi). E poi, c’è tutta la componente psico-emozionale.

 Più volte, infatti vi ho ribadito quanto la Nutrigenomica, la Psicosomatica e la PNEI, sostengano che sia sbagliato analizzare le malattie solo dal punto di vista biologico/organico, tossico-infettivo, traumatico o genetico, senza valutare anche i fattori psicologici, sociali e ambientali che provocano in noi delle emozioni, come l'ansia, la sofferenza, la frustrazione e la rabbia. Tutte emozioni dolorose che trovano sempre una via di scarico sul soma, provocando esse stesse dolore. E così, questa “mal gestione emozionale”, a seconda della propria predisposizione genetica, andrà ad alterare strutture specifiche come, nel caso della sciatalgia, le fibre nervose costituenti i nostri nervi. Infatti, la causa principale dell’insorgenza della sciatalgia è senza dubbio la compressione del nervo sciatico o dei nervi spinali circostanti, con conseguente irritazione e dolore. 

Non tutti sanno che il dolore racconta la necessità di limitare l'attività della regione interessata. Quindi, quando si avverte dolore nella parte bassa della schiena nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di un segnale che indica che la sezione articolare che collega la pressione del peso della parte superiore del corpo al bacino e che trasferisce questo peso sulle gambe, è sottoposta a una pressione eccessiva. Quindi il dolore suggerisce o che dovete diminuire il peso della massa della parte superiore del corpo che grava sulla fascia lombare o che dovete rinforzare le fasce muscolari del dorso o entrambe le cose. In poche parole, se siete in sovrappeso e conducete una vita sedentaria è molto probabile che possiate soffrire di “mal di schiena”. Insomma, sono molte le cause e come sempre dobbiamo parlare di multifattorialità. 

A proposito di fattori scatenanti dei dolori osteoarticolari lombari, oggi voglio parlarvi di “disidratazione”. E che cosa centra la disidratazione con il mal di schiena? La disidratazione è una condizione patologica molto diffusa, ahimè sottovalutata e molte volte subclinica. Essa può avere una corresponsabilità nella genesi della lombalgia e dei dolori articolari in genere? Diverse ricerche scientifiche sostengono che i dolori cronici del corpo sono indicatori anche di una disidratazione cronica. Quando le vostre articolazioni, sia quelle vertebrali che quelle delle dita, della mano, delle ginocchia e delle caviglie iniziano a dolere, tra le varie cause potrebbe esserci anche la disidratazione. 

Il problema è che la nostra sensazione di sete diminuisce andando avanti con l'età e può essere alterata da diverse condizioni patologiche, di conseguenza il nostro corpo può andare facilmente in disidratazione. Il corpo non ha un sistema di immagazzinamento dell'acqua da cui attingere nei momenti di necessità. Se il corpo ha bisogno di un ricambio di acqua per una particolare funzione, inizialmente la attinge dal volume idrico che si trova all'interno delle cellule. Esiste una scala di priorità per la distribuzione di acqua disponibile agli organi essenziali del corpo. C'è da dire che le parti anatomiche e gli organi che per primi sono raggiunti dalla circolazione sanguigna come il fegato e il cervello, hanno meno probabilità di soffrire di carenza idrica.

 Infatti, le parti anatomiche che soffrono di più di tale carenza sono quelle prive di circolazione vascolare diretta, il cui rifornimento di sostanze a loro necessarie dipende dal trasudamento di fluidi dai tessuti di altri organi. Ecco perché la cartilagine delle articolazioni e i dischi intervertebrali sono più a rischio di disidratazione. Cosa sono queste strutture? Tra le 24 vertebre sono presenti 23 dischi di consistenza soffice che le collegano e le tengono separate, fungendo da ammortizzatori, una sorta di cuscinetti che permettono ad ogni vertebra di regolare la propria posizione. Ogni volta che siamo in piedi o in movimento i dischi modulano le forze che raggiungono la spina dorsale. Come può un semplice disco svolgere tutto questo lavoro? Riesce a farlo proprio grazie alle sue proprietà idro-assorbenti: assorbe acqua, si espande e agisce da cuscinetto tra le vertebre, mantenendo le normali curvature che permettono alla spina dorsale di agire come una molla. 

I muscoli della schiena mantengono la spina dorsale sempre retta per una corretta postura del corpo e quando i dischi sono beni idratati e saldi, specialmente nella regione lombare, riescono a ridurre la pressione sui muscoli della schiena. Pensate che oltre l'80% dei dolori di schiena sono causati da spasmo muscolare. Se i dischi non sono adeguatamente idratati e la funzione di cuscinetti non viene espletata, la responsabilità di mantenere il corpo in posizione eretta graverà sempre più sui muscoli che inizieranno ad andare in acidosi. L'acqua che sarebbe dovuta andare a espandere il disco viene utilizzata per ridurre l'acidità muscolare e questo favorisce la disidratazione discale e lo schiacciamento dei dischi intervertebrali e delle terminazioni nervose a loro connesse e di conseguenza si avverte il dolore.

 Il problema è che la disidratazione che ha prodotto il segnale del dolore alla schiena può danneggiare anche altre strutture come il fegato, i reni e il cervello, quest'ultimo altamente sensibile ai cambiamenti anche minimi del livello idrico. Un'altra importante funzione del corretto spessore del disco, garantito da un'adeguata idratazione, è il mantenimento di una proporzionata apertura del forame laterale tra le due vertebre che permette al nervo di passare senza essere schiacciato. Se questo si restringe, il nervo in questione inizierà ad andare in sofferenza, come nel caso della sciatalgia. Ma non finisce qui, perché la disidratazione influisce negativamente anche sulle funzioni della cartilagine, presente tra il disco e la vertebra. La cartilagine immagazzina una grande quantità di acqua che le conferisce proprio la scorrevolezza e la proprietà lubrificante durante i movimenti delle articolazioni. 

Dolori muscolari, crampi e mal di schiena sono sempre più associati a una disidratazione generale dell’organismo che può interessare nello specifico anche la cartilagine che è composta dal 80% di acqua. Le ricerche scientifiche sostengono che, quando il corpo è disidratato, anche le articolazioni possono risentirne in forma grave perché sono il punto di congiunzione di due ossa. Per questo motivo devono essere adeguatamente idratate. Inoltre, la corretta idratazione aiuta l'organismo a produrre il liquido sinoviale, un sottile strato fluido che ammortizza la frizione tra le ossa e fornisce un nutrimento alle articolazioni. 

Se siamo in una condizione di disidratazione, il corpo potrebbe trovarsi in difficoltà nella sintesi di questa importante sostanza, con la conseguenza che aumentano l'attrito e il dolore, causato dallo sfregamento tra le articolazioni e le ossa. Insomma, una buona idratazione permette di rendere fluide e idratate tutte le strutture della colonna vertebrale, riducendo il rischio di sviluppare patologie o scarsa mobilità. Vi ricordo che nel corpo non esistono parti funzionali “morte”, progettate dalla natura! Tutti i tessuti, comprese le ossa, la cartilagine e il nucleo del disco sono composti da cellule “vive” che devono rimanere in vita e riprodursi. Perché l'organismo funzioni al meglio, i tessuti morti vengono eliminate dagli “spazzini” e rimpiazzati da nuovi tessuti. Questi, per sopravvivere hanno bisogno proprio dell'acqua e dei nutrienti che essa trasporta. La più importante sostanza vitale del nostro corpo da cui esso dipende totalmente è l'acqua. Ogni cellula è come una città sott'acqua con sistemi di canali e corsi d'acqua che devono essere il più possibile puliti e funzionali per poterci garantire la salute. 

Non sottovalutate la disidratazione. Bisogna imparare a bere la giusta quantità di acqua, avere contemporaneamente il giusto equilibrio di elettroliti e conoscere alcuni accorgimenti che favoriscono il giusto introito di acqua nel nostro organismo, ma ne parleremo in un prossimo articolo.

Redazione

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