Sulle dimissioni di Giovanni Toti, Giuseppe Conte non ha dubbi: "Sono ridicoli, come può rimanere al governo di una Regione un presidente agli arresti domiciliari? Che immagine diamo delle nostre istituzioni? Del resto, anche la ministra Santanché è ancora lì, va a rappresentare all'estero il made in Italy, nonostante sia accusata di aver usato in modo fraudolento i fondi del Covid. Senza dimenticare che Meloni ha fatto dimettere Sgarbi per le inchieste a suo carico e poi lo ha candidato al Parlamento europeo, così da garantirgli l'immunità".
Il presidente del Movimento 5 Stelle a ruota libera sulla situazione politica nazionale sottolinea che “in Italia si stanno creando le condizioni per una nuova diffusa Tangentopoli". Conte non risparmia accuse, indicando come ci sia "una degenerazione della classe dirigente: dalla Liguria alla Puglia, dal Piemonte alla Sicilia la politica che si lascia corrompere, incline alla compravendita dei voti e si rende permeabile alle infiltrazioni mafiose. Siamo a un bivio, se come politici non riusciremo a esprimere un sussulto di dignità, a trovare anticorpi efficaci e ad affrontare con rigore questa degenerazione, finiremo solo col prendercela con la magistratura, lamentandoci dell'invadenza dei pm nella sfera politica. E una politica incapace di rigenerarsi tenta di spuntare le armi ai magistrati, limitando i loro poteri investigativi. A destra -dice dopo le ultime vicende giudiziarie- hanno avuto una reazione corporativa ed è gravissimo che anche il ministro Nordio sia intervenuto a caldo per censurare i magistrati di Genova, senza nemmeno avere conoscenza dei dettagli dell'inchiesta. Ma basta guardare le riforme che portano avanti, dalla separazione delle carriere alla discrezionalità dell'azione penale, dall'abolizione dell'abuso d'ufficio alla depenalizzazione del traffico di influenze, fino alla limitazione delle intercettazioni. Vogliono ampliare gli spazi di impunità e asservire la magistratura alla politica".