La Procura federale aveva chiesto mesi 5 di inibizione ma il presidente dell'Imperia Fabrizio Gramondo ha preferito patteggiare (il procedimento si è perfezionato nei giorni scorsi) e se l'è cavata con una squalifica di 3 mesi e 10 giorni, giusto in tempo per presentarsi ai nastri di partenza della prossima stagione, in serie D.
"E' frutto dell'assurdità della Giustizia sportiva, io non avrei e neanche patteggiato l'ho fatto solo per non peggiorare la situazione del ragazzo. In quanto alla visita sportiva il ragazzo l'aveva svolta come abbiamo dimostrato ma non essendoci il tesseramento non c'era nemmeno la certificazione, è ovvio La Federazione a livello nazionale ha disciplinato l'inquadramento dei collaboratori, ma i presidenti restano sempre responsabili. Ripeto, un'assurdità".
Gramondo era stato deferito "per avere consentito, e comunque non impedito", come si legge nella sentenza, a un giovane calciatore della Juniores, "di svolgere attività sportiva privo della certificazione attestante l’idoneità alla stessa, perché non tesserato e senza essersi sottoposto agli accertamenti medici".
Una semplice dimenticanza da parte della segreteria, evidentemente, per soli tre incontri dello scorso autunno, che sono costate, però, oltre a 3 mesi di inibizione al presidente e al dirigente accompagnatore, 4 giornate di squalifica al giocatore, due punti di penalizzazione all'Imperia (Juniores) da scontare nel prossimo campionato e 267 euro di multa alla società.