“Sono anche apprezzabili le parole e la sensibilità del ministro Nordio sulla necessità di migliorare la condizione nelle carceri e ridurre la recidiva, ma sulle misure necessarie da mettere in campo mancano i fatti e i risultati”. Lo ha detto Maria Chiara Gadda, vice-presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera, nel corso del question time con il ministro della Giustizia Nordio.
“I consigli d’aiuto sociale sono stati istituiti per legge con lo scopo di coordinare l’assistenza in carcere e post detenzione, ma sono rimasti sulla carta. Potrebbero accelerare l’organizzazione di attività lavorative e formative all’interno del carcere. Ma, soprattutto, sarebbero fondamentali per farsi carico di situazioni di povertà estrema, disagio sociale e psichico, costruendo percorsi già durante la detenzione e poi nella successiva fase di scarcerazione attraverso il coinvolgimento di istituzioni, assistenti sociali, Terzo settore e imprese. Di certo, non sarà il Cnel - come ha risposto il ministro - a trovare lavoro alle persone detenute. E tantomeno burocratiche cabine di regia a trovare soluzioni abitative per chi si trova sprovvisto di legami familiari. Ridurre la recidiva dei reati è nell’interesse pubblico, in termini di costi economici e sociali. È un peccato che non si vogliano trovare soluzioni serie e risorse ben finalizzate. Di sicuro non ha senso lasciare i consigli di aiuto sociale inattuati. Perché non cogliere l’opportunità dell'amministrazione condivisa introdotta con la riforma del Terzo settore per dare nuovo rilancio a questo istituto. Oggi un nuovo suicidio in carcere, che si aggiunge ai 27 detenuti e 3 agenti che da inizio anno si sono tolti la vita. Il sovraffollamento sta raggiungendo limiti ingestibili. Che altro si deve aspettare?”, ha concluso.