Pioverà, ci sarà il sole, tirerà vento farà caldo o farà freddo? Questo in sintesi ciò che all'utente interessa. Come spiegato in sede di presentazione "Un occhio al cielo" vuole essere un piccolo servizio a favore dei nostri affezionati lettori per avere un'idea del tempo che farà soprattutto in occasione di situazioni particolari, passaggi perturbati o ondate di calore, ma vuole anche aiutare l'utente a comprendere meglio i concetti meteo e e anche la terminologia tecnica.
Ribadisco che non sono assolutamente un meteorologo. Sono da sempre uno sportivo nel senso ampio del termine e resto da oltre 30 anni un giornalista. Alla meteorologia mi sono avvicinato anche per necessità. Come alpinista d'alta quota, attività che ho praticato per 13 anni, non potevo basarmi su previsioni short. Per scalare i 4000 serviva una finestra temporale più ampia, indicativamente di almeno 72 ore che coprisse le tre fasi di un' ascensione: avvicinamento, salita e soprattutto discesa.
In questa prima puntata partiamo quindi dai modelli matematici. Questi ultimi sono lo strumento su cui il meteorologo ufficiale elabora la propria previsione. Ne esistono diversi, ma sono soprattutto due i principali quelli che hanno un indice di attendibilità più elevato. Da una parte il modello americano GFS (Global Gorecast Sistema) dall'altra quello europeo ECMWF (European Centre For Medium-Large Weather Forecasts).
Nella fase iniziale previsionale sovente i due modelli presentano differenze anche sostanziali, per poi portare a una graduale convergenza con l'avvicinarsi di una scadenza temporale relativa a un evento. Dopo questo percorso ovviamente si può valutare chi dei due avesse visto meglio. Personalmente preferisco da sempre il modello GFS quanto all'affidabilità degli stessi, e di anche altri modelli, ritengo necessario aprire una parentesi.
I modelli sono una elaborazione da parte di potenti computer che analizzano un'infinità di dati naturalmente inseriti dall'uomo. In termini molto semplici operano su materiale che ha anche e, soprattutto, una base statistica. A mio modestissimo parere su questo aspetto ci sarebbe molto da rivedere. I cambiamenti in atto hanno abbassato l'attendibilità.
Faccio sempre l'esempio della Montagna. Per anni ho scritto relazioni di salita alle vette più alte delle Alpi. Sono quelle che consentono a chi vuole tentare un ascensione di avere un'idea di una via di accesso a una vetta. Questa attività era possibile perché le condizioni climatiche anche in alta quota non presentavano sostanziali variazioni di anno in anno.
Quando ho iniziato a scalare 4000 ho potuto usufruire a mia volta di relazioni scritte anche 30 anni prima e di trovare un sostanziale riscontro. Oggi questo non è più possibile. Se scalo una vetta oggi nella stagione successiva trovo uno scenario completamente diverso. Lo stravolgimento che riguarda l’innevamento, le temperature, non consente più di basarsi sul cosiddetto storico. Lo stesso discorso vale per i modelli meteo.
I più attenti avranno notato che nei siti e nelle app più popolari, in determinati periodi dell'anno, compaiono articoli che puntualmente recitano: "In arrivo il gelo siberiano", "Si affaccia l'Orso Russo", si va formando il ponte di Weikoff, ovvero una zona di alta pressione che collega due o più aree geograficamente distanti, favorendo lo scambio di masse d'aria tra queste regioni.
Tutti elementi che puntualmente nel cuore dell'inverno vengono riproposti con scadenza sistematica ma che poi nella realtà dei fatti non accadono.
In conclusione si tratta di articoli acchiappaclick che puntualmente fanno riferimento alle epiche nevicate del 1956 del 1985 giusto per citarne qualcuna, articoli per poi essere smontati nei giorni successivi da una realtà ben diversa magari con la ripresa di una corrente a getto che stravolge tutto quanto.
Un'ultima considerazione che può aiutare il lettore quando si imbatte in titoli sensazionalistici. È opportuno operare una netta distinzione: quando leggete in merito l'arrivo di ondate di calore importanti, tralasciando i suggestivi nomi con cui vengono etichettate, ricordate bene che l'attendibilità in questi casi è quasi sempre superiore all'80% inversamente proporzionale alle ventilate ondate di gelo siberiano.
Questo proprio alla luce di quello che poi resta l'unico elemento dirimente nel quadro meteorologico: il ruolo recitato dagli anticicloni, ma questo è un capitolo importante che tratteremo successivamente.
Buona domenica a tutti