Il nostro paese riesce a recuperare solo l’11% dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale. “Uno spreco inaccettabile in un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree,” commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale.
Soprattutto dopo gli ultimi giorni: “l’entroterra ligure è ormai diventato un territorio estremamente fragile: bastano poche ore ininterrotte di pioggia per causare frane sparse ovunque che dalle colline si riversano sulle vallate, causando danni agli agricoltori.”
Eppure, le precipitazioni non sono in grado di risolvere la crisi idrica, questo perché la maggior parte della pioggia non è stata immagazzinata. Il motivo è semplice: manca un piano invasi. “Per valorizzare la risorsa irrigua e il suo uso multiplo si deve puntare a costruire e mettere in connessione tra loro una rete di invasi sostenibili, fatti senza uso di cemento, che assicurino acqua per i cittadini, per le coltivazioni e per la produzione di energia rinnovabile che renderà migliore l’ambiente e attiverà anche le risorse occupazionali per la manutenzione degli invasi,” proseguono Boeri e Rivarossa.
Necessari risultano anche il potenziamento e il miglioramento delle reti idriche già esistenti per evitare le dispersioni dell’acqua dolce. A essere colpiti dalla siccità, in Liguria, sono gli allevamenti, l’olivicoltura, con le piante in evidente stress idrico durante i periodi estivi, e persino il basilico, che ha bisogno della continuità dell’irrigazione per crescere. “Ricordiamoci anche quanto sia importante l’acqua piovana per la produzione di fiori, di frutta, di ortaggi; ma anche di formaggi, latte e carni,” aggiungono. La siccità, dunque, non uccide solo d’estate. Mentre gli agricoltori sono impegnati già da diverso tempo a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, le istituzioni necessitano di un intervento collettivo e immediato, non solo nei momenti di emergenza ma in una visione più ampia e strutturale.
“Non dobbiamo dimenticarci che senza l’acqua i sistemi industriali e agricoli collassano. A rischio, dunque, è la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare”.