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Attualità | 26 febbraio 2024, 07:14

Ludopatia, sono un centinaio i malati di gioco d'azzardo in provincia

Secondo l'osservatorio dell'Asl i numeri in crescita, anche i suicidi

Ludopatia, sono un centinaio i malati di gioco d'azzardo in provincia

"Le dipendenze sono antiche quanto è antico l’uomo, la prima è descritta da Omero nell’Odissea: Ulisse conquista la città di Troia con un azzardo, l’inganno del cavallo”, spiega il dottore Marco Mollica, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell’Asl 1.

La ludopatia, ossia la dipendenza patologica dal gioco d’azzardo, costituisce un fenomeno sommerso molto diffuso: "Si stima che il giro d’affari legato al gioco d’azzardo sia talmente vasto che, se si potesse investire tutto ciò che vi viene speso, si risolverebbe il problema delle risorse da destinare al sistema sanitario”, aggiunge il dottor Mollica.

È un problema che riguarda anche la nostra provincia, il Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell’Asl 1 ha in carico un centinaio di pazienti con questa patologia, ma si tratta di un dato parziale: “Riteniamo che sia sottostimato a un terzo del totale: esiste un numero oscuro, ossia un numero di casi che non viene segnalato per vergogna o paura”.

I dati sono strettamente legati a quelli più ampi del Dipartimento essendo la ludopatia una patologia connessa a diversi fattori. Può, infatti, essere complicata da depressione, disturbi dell’umore, della personalità o da abuso di sostanze. “Il Dipartimento ha in carico circa 4 mila utenti -ricorda il dottor Mollica -è un’incidenza elevata se rapportata al numero degli abitanti della provincia (220 mila). Un altro dato rilevante è quello che riguarda i suicidi: circa 50 ogni anno, ossia uno a settimana, un numero altissimo, soprattutto rispetto alle altre province liguri”. Una delle complicanze della ludopatia è proprio la suicidalità: “Persone che arrivano a perdere una fortuna, tutti i loro risparmi e poi tentano di togliersi la vita”, prosegue il dottore.

Si è riscontrato che l’età di esordio è sempre più precoce, una causa sono anche i social: “Permettono di accedere velocemente, deresponsabilizzare e creare un automatismo che non permette di quantificare, se non a posteriori, quanto stai spendendo”. La prevenzione è quindi fondamentale e l’azione dell’Asl è capillare, con progetti che partono nelle scuole superiori e si uniscono agli interventi portati avanti nelle fasce più adulte.

L’Asl 1 promuove il Progetto GAP (Gioco d’azzardo patologico) “Giochiamocela bene”, un progetto di prevenzione, cura e riabilitazione finanziato dal ministero della Salute. Se ne occupa la cooperativa Ancora e coinvolge tutti i gli operatori del settore: “Gli scopi sono diversi: informare su rischi e pericoli legati al gioco d’azzardo e alla possibile dipendenza; fare diagnosi precoce negli ambienti scolastici; promuovere le competenze emotive di base, in particolare quelle relative all’autocontrollo e il riconoscimento dei comportamenti positivi che incoraggiano una buona autostima e dei comportamenti invece da evitare e, infine, la creazione di materiale divulgativo”, conclude il dottor Mollica.

Sara Balestra

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