Il Sud ha necessità di investimenti anche per le infrastrutture. E il Ponente ligure, invece?
Non si tratta assolutamente di mettere in assurda, sgradevole e iniqua concorrenza due aree dello stesso paese ma si tratta di prendere coscienza di realtà diverse. Se il meridione, almeno in certi casi, sconta ritardi di secoli, se deve sopportare il peso di governanti locali non sempre all’altezza e delle intrusioni di organizzazioni malavitose, la Liguria di ponente (ma non solo) deve far fronte all’indifferenza della sua reale situazione.
Forse la toccano con mano l’arretratezza strutturale della rete viaria i turisti del nord Italia che, per raggiungere l’agognata spiaggia, impiegano percorrenze da tempi biblici, come se fossero a cavallo o, per quanto riguarda l’entroterra, a dorso di mulo.
Perfino l’autostrada, in arrivo nella provincia nel1970 a un secolo esatto dalla ferrovia, non ha migliorato la situazione grazie all’infinità dei cantieri disseminati sul percorso, anzi. Per non parlare di una ferrovia che funziona a singhiozzo nel senso che è da definire all’altezza dei tempi visto il doppio binario tra Ventimiglia e Andora mentre da Albenga e Finale rimane in attività la tratta progettata due secoli scorsi con un solo binario.
Anche la Strada Statale 1 Aurelia si unisce al panorama delle infrastrutture ponentine inadeguate, disastrate o incompiute. Una struttura viabile che non è più in grado di reggere il traffico attuale composto dall’aumento esponenziale di mezzi a quattro e due ruote e, soprattutto, dei mezzi pesanti.
Un caso particolare è proprio rappresentato da un collegamento tra il capoluogo rivierasco e Diano Marina, da sempre soprannominato “Incompiuta”. Un’opera interrotta e mai conclusa, per quanto riguardava il tratto sul mare alle pendici di Capo Berta, quando si era reso evidente il grave rischio delle frane. E, allora, per quale motivo non si è operato per realizzare una galleria stradale per risolvere il problema e annullare il traffico per valicare il Capo?