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Attualità | 05 febbraio 2024, 07:11

Carnevale al Parasio, maschere e ricordi: un tuffo nelle foto di una volta

"Un evento che riusciva a coinvolgere tutta la realtà portorina", ricorda Giacomo Raineri

Carnevale al Parasio, maschere e ricordi: un tuffo nelle foto di una volta

Maschere, carri e tanti ricordi tra le fotografie custodite al Circolo Parasio, immagini che ci portano indietro nel tempo, alle feste di carnevale organizzate dallo storico quartiere di Porto Maurizio.

Inizia, a fine anni Settanta, come un carnevale di quartiere, rivolto ai più piccoli per poi diventare una vera e propria tradizione, un evento che riusciva a coinvolgere l’intera realtà portorina.

La festa si svolgeva in due tempi -ricorda Giacomo Raineri, socio fondatore del Circolo Parasio- si iniziava al mattino con i gruppi folcloristici, majorette e sbandieratori, che giravano per i vari quartieri: la Marina, piazza Roma, Borgo Foce, Borgo Capuccini. Nel primo pomeriggio poi ci si riuniva in piazza del Duomo, dove iniziava la sfilata dei carri, per poi raggiungere piazza Parasio dove si svolgeva il carnevale vero e proprio. Una manifestazione che coinvolgeva tutti i Circoli portorini, un anno ha presenziato anche il Comitato San Giovanni, che stava muovendo i primi passi”.

Ogni anno i carri erano dedicati a un tema particolare e la loro preparazione richiedeva diversi mesi di lavoro: “Franco Montesano, sindaco di Riva Ligure, ci prestava la strutture dei carri, la signora Bono invece ci aveva dato lo spazio dove poterli tenere mentre li allestivamo -prosegue RaineriEravamo una grande squadra mi ricordo di Gualtiero Aicardi, Cannoni, Laino Battisti, Vittorio Bonavia, Carlo Diego, Giorgio Caproli, Vincenzo Raineri, Mauro Acquarone, Danilo Bruni, Manlio Caprile, Maria Valle, Liliana Aicardi, Gianna Podesta, Gildo Siri, Benedetto Granato e Giacomo Tafuni .

Dopo la sfilata dei carri proseguiva la festa al Parasio, con le bugie, le pentolacce, i coriandoli. Per concludere si bruciava il carnevale vecchio, l'addetto era Alessandro Carli: si dava fuoco a questo manichino con lo scheletro in ferro, che veniva vestito e riempito di petardi. Con questo atto finale ci si dava appuntamento all’anno seguente”.

Sara Balestra

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