Attualità - 21 gennaio 2024, 07:11

Appunti di storia. Oneglia e Porto Maurizio nelle memorie ebraiche

Le comunità del Nord Europa acquistavano nel Ponente ligure limoni e palme per le loro festività. Tra i visitatori avrebbe soggiornato anche Nostradamus

Appunti di storia. Oneglia e Porto Maurizio nelle memorie ebraiche

Si è parlato, a suo tempo, del banchiere ebreo Moyse Dina che il 23 maggio 1578 riceveva in concessione un banco ad Oneglia da servire anche in Val Maro e a Prelà, in virtù di un decreto del Duca di Savoia. Questo banchiere finanziò le operazioni dei Savoia in genere e in particolare quella dell' acquisto di Oneglia, al fine di farne uno sbocco al mare più prossimo al Piemonte di quanto non fosse la già affermata Nizza Marittima con l' annesso porto di Villafranca.

Ad Oneglia banchieri ebrei e loro famiglie erano già giunti da Avignone, da Carpentras, dal Nizzardo e da altre zone limitrofe. Erano inoltre attivi in Piemonte, ma esercitavano le loro funzioni pure sulla costa ligure, anche se si registravano loro  iniziative pure nel Finalese e in direzione del Savonese

Si è detto dei finanziamenti che essi concedevano al Ducato di Savoia e dei banchi che detenevano sia ad Oneglia che nei territori confinanti del Genovesato come Porto Maurizio, Sanremo, Ventimiglia e la stessa Albenga vescovile. Quando i Doria acquisirono dai Savoia l'enclave di Oneglia la presenza delle intermediazioni di facoltosi banchieri ebrei, alcuni di loro di origine maghrebina o andalusa, risaliva in realtà a tempi precedenti che coincidevano con le fortune dei diversi rami della famiglia Doria e della colonia genovese della Rocca di Monaco.

Da non dimenticare che degli ebrei nella zona e delle loro opere risultano tracce di epoca romana, bizantina, longobarda e carolingia. A Ventimiglia e a Porto Maurizio si hanno poi notizie di prestiti erogati da finanzieri ebrei tedeschi nel XIV secolo, nonostante il clima di sospetto nutrito verso la popolazione giudaica per i noti storici pregiudizi.

Una bolla papale, del resto, durante le reiterate epidemie di peste, aveva messo in guardia i fedeli cristiani dall'attribuire agli ebrei la colpa di tali flagelli: il documento pontificio si aggiungeva alle raccomandazioni in tal senso delle stesse autorità ecclesiastiche locali di Ventimiglia e di Albenga. Le comunità ebraiche del Nord Europa, tra l'altro, come ricordato sempre in precedenti note, acquistavano nel Ponente ligure limoni e palme per le loro festività.

Ad Oneglia e Porto Maurizio transitarono gruppi di ebrei sefarditi fuggiti dalla Spagna a causa delle persecuzioni in atto a seguito della cacciata dei Mori intorno al 1492 e diretti a Genova, a Livorno, a Ferrara e Roma. Lo testimoniano le descrizioni, ad esempio, della bellezza del  torrente impero, che all' epoca non segnava ancora il confine politico tra le due città, come diventerà alla fine del XVII secolo.

Da ultimo non è improbabile che da Oneglia sia passato durante un suo viaggio in Italia, proveniente da Torino, il celebre astrologo e visionario francoprovenzale, di famiglia ebraica convertita al cattolicesimo, Nostradamus, se pur manchino prove certe sulla circostanza e nonostante che sia riportato da certi studi del XX secolo, a mio avviso, non del tutto attendibili.

Nostradamus (deceduto nel 1566 a Salon-de Provence  e della cui consulenza si avvalse la corte francese, oltre che molti nobili ed ecclesiastici del tempo), secondo tali ricerche avrebbe raggiunto, dieci anni prima della sua morte, il Principato di Oneglia, allora ancora nominalmente sotto la giurisdizione genovese, in compagnia di dignitari sabaudi in visita di cortesia nel centro ligure. 

Pierluigi Casalino