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Attualità | 14 gennaio 2024, 07:27

Appunti di storia, Oneglia immagine del Piemonte

Il Principato venne poi ceduto dalla ricca e potente famiglia ligure dei Doria nel 1576 al duca Emanuele Filiberto di Savoia

Appunti di storia, Oneglia immagine del Piemonte

La storia della città di Oneglia è legata a quella dei Doria, che ne divennero signori fin dal 1298, quando acquistarono, per la somma di undicimila lire genovesi, la “villa d’Oneglia”,  il relativo castello, e molti altri borghi e castelli vicini, con totale giurisdizione anche su acque, mulini, boschi, ed altri terreni (come è scritto nell’atto di vendita, rogito a Savona nella Chiesa di Santa Maria delle tre Fontane): territori che da feudo pontificio, assunsero la dignità e il ruolo di Signoria, o meglio di Principato.

Ad Oneglia nacque, tra l' altro, il grande ammiraglio genovese Andrea Doria che segnò il secolo genovese e porto' gloria alla Spagna di Carlo V. Oneglia vanta, dal canto suo, grandi relazioni e analogie storiche e culturali con il Piemonte, soprattutto dopo la cessione del centro ligure al Ducato di Savoia nella seconda metà del XVII secolo.

Oneglia, insieme con Porto Maurizio, è uno dei due centri abitati fra loro vicini che formano oggi la città di Imperia insieme ad altri piccoli borghi limitrofi. Nel 1923, le due città sono state unite in un solo comune anche con il ruolo di capoluogo di provincia. Il pittoresco borgo di Porto Maurizio si sviluppa a occidente, su un promontorio che si slancia verso il mare; Oneglia occupa invece la zona alluvionale attorno alla foce del torrente Impero, corso d’acqua, da cui le due città unite assunsero il nome di Imperia.

Il Principato di Oneglia, indipendente dalla Repubblica di Genova e di cui costituiva tuttavia un’enclave a sé, venne poi ceduto dalla ricca e potente famiglia ligure nel 1576 al duca Emanuele Filiberto di Savoia, che cercava con insistenza uno sbocco strategico sul Mar Ligure per il suo Stato. La cessione di Oneglia avvenne con un rogito redatto il 30 aprile di quell’anno, al prezzo di 41.000 scudi, somma concessa grazie prevalentemente ai favori del banchiere ebreo Moyse Dina, come già più volte ricordato (due anni dopo a Moyse Dina fu concesso un banco da esercitare in Oneglia e dintorni).

L’accordo prevedeva anche la contemporanea concessione del titolo di marchese di Ciriè a Giovanni Gerolamo Doria, signore di Oneglia. Il Doria da tempo era malvisto agli Onegliesi per gli eccessivi tributi imposti alla popolazione, ma anche per la discutibile e disinvolta gestione della amministrazione della giustizia, nonché per il generale peggioramento delle condizioni della sicurezza e della vita del luogo, diventato ormai covo di malaffare.

Oneglia, da quel momento, si rivelò sempre  fedele nei confronti di Casa Savoia. Insieme a Nizza, capoluogo della vicina Contea, Oneglia divenne così un vivace porto commerciale e militare, strategico per lo Stato sabaudo.Dopo l’occupazione napoleonica, la città tornò ai Savoia (insieme a tutta la Liguria, che, del resto,  venne annessa al Piemonte, come deciso dal Congresso di Vienna, con la scomparsa del dominio della Superba).

Verso la fine del XIX secolo, Oneglia, già nel Regno d'Italia, promosse poi una vivace attività mercantile (oleifici e pastifici), grazie  alla vocazione industriale del suo territorio e del suo entroterra. I legami con il Piemonte sono dunque secolari, e non sono solo storici, ma anche culturali ed architettonici: la centrale via Bonfante, ad esempio, è una via di stile neoclassico piemontese, così come la piazza Dante, il cuore vivo della città, che ricorda Nizza e altre città del Piemonte.

Legato a Torino e al Piemonte è stato lo scrittore onegliese Edmondo De Amicis, l’autore del libro Cuore e di altri racconti di ambiente torinese. Di gusto subalpino è pure il rinomato Caffè Piccardo, che si presenta sotto i portici di piazza Dante e che è iscritto nell’Albo dei Locali Storici d’Italia. Il locale suscita la stessa emozione di altri eleganti caffè piemontesi, dei quali riecheggia linee e servizi.

Pierluigi Casalino

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