Sig. Sindaco, sappiamo che Lei misura con attenzione, oltre ai centimetri dei cantieri, le parole e, quindi, prendiamo con grande serietà la sua ultima esternazione sulla "realtà dei fatti".
Condividiamo senza riserve l'invito ad un confronto anche acceso ma rispettoso, soprattutto perché siamo orgogliosamente la prima forza di opposizione in città. Tuttavia noi prestiamo non solo grandissima attenzione ai "fatti" ma soprattutto a non valutare il bene ed il male sulla base delle nostre personalissime opinioni o della convenienza politica. I giornalisti (come le altre categorie di lavoratori) non li cataloghiamo tra amici e "disturbatori da eliminare". E anche qui le parole vanno pesate.
Sempre. Lei cita la Armo-Cantarana e siamo assolutamente sicuri che questa sia da tempo, in verità da tempo immemore, nei suoi programmi. Purtroppo si tratta di un'opera che non sta fra le Sue molteplici competenze per cui, fatta salva la "moral suasion", pensiamo non rappresenti una Sua responsabilità la mancata attuazione, né un Suo merito l'eventuale realizzazione.
Tuttavia se Lei oggi chiedesse a 100 imperiesi quale sia la priorità in tema di viabilità scoprirebbe che la grandissima maggioranza chiederebbe di intervenire sugli ingorghi in zona ponte Impero o sui cantieri infiniti della A10. O magari l'Aurelia bis, i cui comitati hanno potuto toccare con mano la Sua propensione al confronto. Tra i progetti che ha citato, Lei lo sa, uno ci sta particolarmente a cuore ed è la ciclabile.
Anche qui concordiamo, è un'infrastruttura bellissima ed il nostro orgoglio è quello di aver concorso a progettarla e farla finanziare: anche se Lei non ha mai rivolto un doveroso grazie a chi ha trascorso notti insonni per quel risultato ed, anzi, - a proposito di palesi menzogne - ha affermato di aver trovato non un progetto ma solo "una riga su un foglio".
Un'infrastruttura, tuttavia, non è unica e perfetta come il cavallo di Platone (ovviamente quando la fa progettare e realizzare Lei). È una cosa "viva", che può essere plasmata e costruita in molti modi: benissimo, bene, male o malissimo. Noi, ad esempio, non avremmo mai realizzato una passerella a sbalzo di fronte alla Galeazza per consentire a poche auto di parcheggiare in uno degli angoli più belli della riviera, né mai avremmo sprecato un'intera corsia tra le due ex-stazioni per far transitare un mezzo che trasporta 100 persone l'ora, compromettendo, forse per sempre, la viabilità a doppio senso in quel tratto e sull'argine sinistro dell'Impero, con le conseguenze che tutti i giorni possiamo osservare. Né avremmo mai pensato, per l'area della ex stazione di Oneglia o delle Ferriere, a supermercati e colate di cemento.
Questo è il confronto, signor Sindaco. Su idee differenti della Città, basate non su calunnie o impressioni personali ma su progetti, studi, fatti. Siamo cittadini della stessa meravigliosa terra e per questo ci candidiamo a cambiare le molte scelte che consideriamo profondamente sbagliate. Siamo certi che la maggioranza degli imperiesi ci seguirà su questa strada.
Lei, signor Sindaco, ha insistito molto nell'accusare chi confonde la realtà con la propria visione. Siamo certi che, da uomo di cultura, apprezzerà uno dei dialoghi più belli de "Il nome della rosa", quello tra Guglielmo di Baskerville e il giovane Adso sul tema della sapienza: "Quindi non avete una sola risposta alle vostre domande?"
"Adso, se l'avessi insegnerei teologia a Parigi."
"A Parigi hanno sempre la risposta vera?"
"Mai," disse Guglielmo, "ma sono molto sicuri dei loro errori."