Più persone sui sentieri a camminare, guidare una mountain bike o arrampicare. Ma, grosso modo, stesso numero di interventi. Risultato: le campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza in montagna (ma anche lungo i sentieri vicini al mare, impegnativi in molti casi come quelli appenninici) stanno dando i primi risultati.
È questo il dato più importante che arriva dal bilancio del 2023 del Soccorso alpino e speleologico Liguria. In totale quest’anno gli interventi sono stati 483, cioè tre in più rispetto al 2022. Va detto che non tutti sono stati per soccorsi o ricerche a persone perché in questo numero sono ricomprese anche operazioni di protezione civile oppure di supporto al altri enti o per interventi veterinari di soccorso ad animali in difficoltà. Ma nella maggior parte dei casi (oltre l’80%) si è trattato di interventi di soccorso a persone.
«I sentieri sono sempre più affollati, le persone dopo il Covid hanno riscoperto il piacere di stare all’aria aperta – spiega il presidente regionale del Soccorso alpino Roberto Canese -. Il fatto che il numero degli interventi sia rimasto uguale conferma che il lavoro che stiamo portando avanti sta dando i primi frutti».
In particolare nel 2023 è stata fatta molta attività di informazione ed educazione nei Parchi attraverso il progetto Io cammino sicuro in collaborazione con la Regione e in particolare con il vicepresidente Alessandro Piana. Oltre a questo è proseguita l’attività del Soccorso alpino nelle scuole sia del Savonese che del Tigullio. «Dobbiamo proseguire su questa traccia – dice Canese a proposito del nuovo anno -, sempre restando vigili e pronti ad intervenire in ambiente impervio grazie ai nostri tecnici».
In Liguria il Soccorso alpino conta 270 tecnici divisi tra le sette stazioni: La Spezia, Tigullio-Val d’Aveto, Genova, Finale Ligure, Savona, Pieve di Teco e Ventimiglia oltre al gruppo speleo.
Tra le stazioni che hanno lavorato di più c’è sicuramente La Spezia che ha visto crescere sensibilmente il numero degli interventi di soccorso da 105 a 128:«Ma l’incremento è dovuto soprattutto ad interventi al di fuori del Parco nazionale delle Cinque Terre dove i9nvece le azioni di sensibilizzazione hanno portato ad una diminuzione – precisa Canese -. Proprio per il fatto che ci sono più persone in giro sui sentieri stiamo assistendo alla riscoperta di percorsi che prima erano poco battuti, ma che meritano di essere frequentati».
In calo, invece, gli interventi in zona Tigullio che riguardano soprattutto il monte di Portofino: sono scesi da 104 a 80. «È la conferma che l’attività di prevenzione e educazione delle persone su cui si è impegnato il Parco sta dando i primi risultati – dice Canese -. I sentieri del Monte di Portofino sono proprio l’esempio classico di percorsi vicini al mare che presentano difficoltà di tipo appenninico per non dire alpino in alcuni casi. Per questo vengono spesso sottovalutati. Ma la strada della sensibilizzazione è quella giusta».
Sostanzialmente stabili, invece, gli interventi nella zona del Finalese. Sono stati 102 nel 2022, si sono fermati a 101 nel 2023:«Qui ad infortunarsi spesso sono i bikers perché la zona è ad alto richiamo turistico sotto questo profilo – spiega Canese -. Come per La Spezia ci sono stati giorni molto intensi anche con più interventi nell’arco delle ventiquattro ore. Noi ci siamo, così come gli altri corpi impegnati nei soccorsi. Ma è fondamentale anche l’attenzione delle persone lungo i sentieri. Non dobbiamo mai dimenticare che un infortunio evitabile muove molte persone e soprattutto può togliere tempo a interventi invece più importanti e dovuti magari a fatalità o malori».
Gli interventi del 2023 hanno riguardato uomini nel 65% dei casi. La fascia di età più soccorsa è stata quella tra i 50 e i 60 anni seguita da dai 60-70enni e dai 20-30enni. Le ore uomo di lavoro nel 2023 sono state poco meno di 4000.
Infine per gli interventi di soccorso a persone l’elisoccorso è intervento nel 32% dei casi.